Un drammatico quadro d’illegalità al Comune di Benevento. Eseguite 14 misure cautelari nei confronti di amministratori, dirigenti dell’Ente sannita e imprenditori
Aggiornamento delle 11.48 - E’ giunta la nota ufficiale, inviata dalla Questura di Benevento, sugli arresti odierni. Di seguito la pubblichiamo integralmente:
“In data odierna in Benevento, Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, ufficiali di Polizia giudiziaria della Polizia di Stato della Digos della Questura di Benevento, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento (Flavio Cusani, ndr) nell’ambito di un’inchiesta diretta da questa Procura della Repubblica, indagine nella quale risultano coinvolti sessantuno indagati.
Le suddette misure cautelari, differenziate tra custodia in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora in un comune diverso da Benevento, riguardano quattordici indagati tra pubblici amministratori, funzionari e tecnici del Comune di Benevento, nonché imprenditori sia locali che Casertano, tutti coinvolti, a vario titolo, in delitti di concussione anche elettorale, corruzione, truffe aggravate, turbative di gare, frodi nelle pubbliche forniture, falsità ideologiche, abusi d’ufficio e frodi fiscali mediante l’emissione di fatture fittizie di importi rilevanti.
Le indagini affidate alla Digos di Benevento, svolte con il consueto impegno e con spiccata professionalità, sono state avviate nel 2010 e coordinate da questo ufficio, che ha richiesto le suddette misure.
Dagli atti emerge uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante soprattutto dall’incrocio dei dati forniti dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita.
Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio-economico ed amministrativo, a volte con il paravento di attività formalmente lecite, col fine in realtà concretamente realizzatosi, come dimostrato dagli elementi raccolti, di acquisire, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di appalti pubblici e l’affidamento di servizi.
In particolare le indagini svolte hanno consentito di svelare un sistema di illegalità diffuso e di rilevare, nei comportamenti dei suddetti pubblici ufficiali, un vero e proprio ‘comitato trasversale di affari’ che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell’Ente Comunale e sulle sue risorse.
L’azione investigativa ha consentito inoltre di acquisire fonti di prova soprattutto sul fenomeno della corruzione e/o concussione esteso a diversi amministratori e tecnici comunali.
Vi è da aggiungere che in alcune occasioni, a promuovere e/o organizzare altre vicende di natura illecita, che sono state accertate nel corso delle indagini, sono stati proprio i predetti pubblici amministratori e/o funzionari, i quali hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni, senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento, a una cooperativa sociale, in cambio di consensi elettorali; in tale ambito sono anche emersi riferimenti e minacce di licenziamento nei confronti dei soci lavoratori di tale cooperativa, al fine di coartarli ad esprimere il loro voto a favore di detti politici.
In ultimo si rappresenta che i flussi di danaro proveniente dalle rilevanti attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro), hanno rilevato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali.
In definitiva le indagini hanno disvelato un vero e proprio ‘sistema’ illegale che comprende il livello politico-amministrativo (sindaco, consiglieri), il livello dirigenziale-tecnico (dirigenti, funzionari e tecnici comunali), il livello imprenditoriale. Tutti i componenti del sistema criminale si muovono in sinergia per procacciarsi anche illeciti profitti personali.
I responsabili politici ed amministrativi non si muovono solo per interesse pubblico, per garantire un servizio pubblico, o meglio, tali evenienze sono eventualmente garantite solo se coincidono con il fine privatistico del guadagno personale.
Emblematici sono i giudizi formulati dal Gip che in alcuni passi dell’ordinanza così si esprime: gli indagati agiscono ‘nel più rozzo favoritismo e nel mercinomio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività, ma per perseguire utilità ed interessi privati propri, di familiari, di persone o imprese amiche; e ancora ‘emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente…che a parte la palese disonestà manifestata…appare del tutto inadeguato. I dirigenti e i tecnici vengono fuori…come i vasi di coccio di manzoniana memoria, stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati…’; infine la struttura burocratica del Comune di Benevento risulta aver abdicato alla funzione pubblica (di imparzialità, indipendenza e autonomia) ‘mostrandosi indifesa e debole di fronte agli abusi di potere e alla corruttela di alcuni dei politici eletti…’.
Le suddette misure cautelari riguardano:
per la custodia in carcere:
1 – Boccalone Luigi, già assessore alle Finanze dal 2006 al 2011 e attuale presidente del Consiglio Comunale di Benevento;
2 – Cavaliere Antonio, imprenditore edile di San Cipriano d’Aversa (cognato del parlamentare del Pdl Nicola Cosentino,  è sposato con la sorella, ndr);
3 – Damiano Aldo, già assessore ai Lavori Pubblici e dal 2006 al 2010 attuale consigliere comunale di Benevento;
4 – Racioppi Giovanni, funzionario tecnico del Settore Lavori Pubblici del Comune di Benevento;
per gli arresti domiciliari:
1 – Capossela Silvano, imprenditore edile di Benevento;
2 – Ciardiello Pietro, imprenditore edile di Benevento;
3 . Tedesco Luigi, imprenditore impiantistica di Benevento;
Per l’obbligo di dimora in un comune diverso da Benevento:
1 – Diana Angelo, di Casal di Principe, tecnico di fiducia dell’imprenditore Cavaliere Antonio;
2 – Lanzalone Andrea, dirigente del Settore Finanze del Comune di Benevento;
3 – La Peccerella Roberto, già dirigente del Settore Lavori pubblici del Comune di Benevento;
4 – Pellegrino Giuseppe, già funzionario tecnico del Settore Lavori Pubblici del Comune di Benevento;
5 – Pepe Fausto, sindaco del Comune di Benevento;
6 – Siciliano Giuseppe, imprenditore edile di Benevento;
7 – Timossi Achille, funzionario tecnico del Settore Lavori Pubblici del Comune di Benevento”.
la Notizia iniziale del Vaglio.it
La Polizia di Stato, su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, previa richiesta del sostituto procuratore Antonio Clemente che ha condotto l’inchiesta dal 2010 sulla realizzazione di alcune opere pubbliche,  sta eseguendo 14 misure cautelari. Manca ancora la ufficialità, nessuna nota è infatti giunta dalla Procura. Contestate concussione, corruzione, truffa aggravata e frode nelle forniture per opere pubbliche.
L’operazione è scattata prima dell’alba, verso le 5. I provvedimenti adottati, a quanto emerso finora, sono stati:
a) 4 restrizioni in carcere, per il presidente del Consiglio Comunale di Benevento, Luigi Boccalone (Pd), l’ex assessore comunale della precedente Giunta Comunale e attuale consigliere comunale di maggioranza, Aldo Damiano (Lealtà per Benevento), gli imprenditori Antonio Cavaliere e il tecnico comunale Giovanni Racioppi;
b) 3 restrizioni domiciliari per gli imprenditori Silvano Capossela, presidente provinciale dell’Ance, Pietro Ciardiello e Luigi Tedesco;
c) obbligo di dimora fuori Benevento per: il sindaco della Città, Fausto Pepe (Pd), il dirigente comunale Andrea Lanzalone e i funzionari comunali Roberto La Peccerella, Giuseppe Pellegrino, Giuseppe Siciliano, Achille Timossi e per Angelo Diana, colaboratore dell’impresa di Cavaliere.
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Alcuni commenti all'articolo:

  1. mariano cocchiarella scrive:
    Se si volesse davvero ridare alla pubblica amministrazione locale la possibilità di operare esclusivamente per il pubblico bene ( ed al servizio esclusivo della Nazione, come impone la Costituzione), occorrerebbe prima di tutto cambiare l’attuale quadro di regole sullo spoil system, ovvero quella legislazione che consente al sindachetto di turno di:
    A) scegliere nominativamente i dirigenti degli uffici comunali, a cominciare dal segretario comunale, e poi via via lungo tutta la piramide organizzativa;
    B) decidere l’importo dei loro stipendi;
    C) revocarli più o meno a piacimento.
    E’ chiaro infatti che, con queste regole, i dirigenti, invece che servitori dello stato, sono diventati dei subalterni del sindachetto e dei politicanti locali, legalmente in grado di ricattarli.
    Occorre ridare dignità ed autonomia alla dirigenza pubblica, spezzando le catene che da tanti anni la legano alla politica locale, e per farlo bisogna cambiare le leggi ( D.Lgs. n. 267/2000), e prevedere il controllo successivo di legittimità sugli atti dei dirigenti da parte di organi esterni, come accadeva prima che fossero aboliti i CORECO.
    Tutto il resto sono solo chiacchiere, non esiste un cane da guardia (dirigente) che si possa rivoltare contro il suo padrone ( politicante da strapazzo locale), occorre che il dirigente non sia più sotto padrone.
    Detto questo, è chiaro che onesti si nasce, non si diventa, ma se le regole espongono al rischio di perdere il lavoro, un carattere debole può essere tentato, e cedere al ricatto, o alla lusinga, e non rimane altro che il carcere per rammentare a chi ne abbisogni che le regole sono fatte per essere rispettate.
    Viviamo in una Repubblica delle banane, perchè scegliamo rappresentanti politici, che fanno le leggi, ed amministrano la cosa pubblica, di infimo livello.Vergogna, vergogna, vergogna

    rosanna carpentieri scrive:


    Sono d’accordo con il sig. Cocchiarella, la situazione è grave anche a San Giorgio del Sannio. Ciò che non mi torna è la legittimazione popolare del censurabile operato dei nostri “rappresentanti” attraverso il voto, spesso non proprio libero
    Spartaco, l’eroe antico diceva:
    “Sputate, o schiavi amici, sulla paura e sui politici tralignanti e unitevi a noi, liberi e schiavi! Trasciniamo quest’orda infame di dominanti là sull’alto dirupo della roccia Tarpea e là gettiamoli sotto dove si fracasseranno in mille arti, muscoli, costole, fegati, cuori, piedi, mani schizzando sangue a destra e a manca, come si compete ai traditori condannati a morte. Signori, armiamoci del nostro coraggio e partiamo.” (Osserva la spada)
    Come sempre ucciderò il mio cavallo. Se vinceremo avrò tutti i cavalli che vorrò. Ma se perdiamo non voglio essere tentato di scappare. Mai arrendersi! Mai fuggire!”. 
    Senza volerle prendere alla lettera, meditiamo sul senso profondo di queste parole.
Aggiornamenti:
L'Associazione Altrabenevento Contro il Malaffare nella conferenza stampa tenuta in data 17.01. ha ricordato che "ci sono altre otto inchieste giudiziarie in corso sul Comune di Benevento. A testimonianza della serietà dello stato dell’amministrazione civica."
Ed ha chiesto anche alla Procura come mai analogo interesse investigativo non sia stato riversato anche sulla Provincia di Benevento o sull’Università del Sannio.

N.B.  
La Procura della Repubblica ha ipotizzato per il sindaco di Benevento, Fausto Pepe (del Pd) i reati di concussione elettorale, corruzione, truffa e falso in atto pubblico, ipotesi da mettere in relazione soprattutto, ma non solo, ad alcuni appalti del Comune.
Tuttavia, il sindaco Pepe  non solo non s’è dimesso dalla carica ma si ritiene soddisfatto....
Di che ?