mercoledì 2 gennaio 2013

Teatro politiche 2013. Panoramica


A poco più d’un mese dalla prossima consultazione elettorale lo scenario resta particolarmente confuso ed ancora sin troppo equivoco.

ARRIVATI A 53 SIMBOLI ma continua l'affluenza e la coda.....
INIZIANO LE DECINE DI LOGHI-PARTITI AL TEATRO DELLE POLITICHE 2013.
TUTTI corrono con il proprio EGO, avallando una legge elettorale truffa pur di conquistare una poltrona e vivere beati con la casta.



Viviamo, per ora, immersi nell’era del “tutti contro tutti”. Il che rende poco chiare – se non addirittura incerte - le prospettive future.

Ecco, in sintesi e in ordine sparso, gli attori (e i comprimari) politici, scesi o saliti in campo:

- L’apparentemente immarcescibile uomo medio dei media Berlusconi Silvio, che, in un rinnovato e ritrovato spirito revanscista, ripropone i soliti e logori stereotipi contro l’universo mondo che – a suo dire – ha ordito orridi complotti contro la sua venerabile persona.

Il programma politico, nella sua narrazione autodiegetica, ferma e incompiuta dal 1994, è tutto basato sulla sua carezzevole mano, pronta a difendere e tutelare il portafogli (suo) e del popolo italico; oggi teorizza la fuoriuscita dall’euro, senza meglio specificare quali diventerebbero i rapporti di forza economica e di cambio monetario tra il nostro paese e il resto della comunità internazionale.



Massimo esponente della destra eversiva (rispetto alla Costituzione vigente), che ha già dato prova di quanti e quali danni è capace di generare come forza di (mal)governo, si presenta con la solita coalizione raffazzonata di mai domi maggiordomi, fatta di residuo leghismo domestico, ridottosi a magro (ma famelico) macro-regionalismo nordico stanziale a Roma, grande sud (per Dell’Utri) e vecchi fratelli colonnelli in finto ammutinamento, sempre pronti e proni ad ubbidire al loro benefattore.

- L’omologo, in apparente chiave rivoluzionaria, uomo medio dei nuovi media Grillo Giuseppe Piero, in arte Beppe.

Detentore unico, indiscusso e indiscutibile di un nuovo brand, attraverso cui veicola la sempreverde concezione personalistica della democrazia diretta da pochi (ben organizzati) su molti (disorganizzati).
Particolarmente noto per le diverse epurazioni, si è reso identico a tutti gli altri partiti/movimenti d’impronta padronale che, arroccati nella tenace difesa del dominio personale, hanno fatto strame della democrazia interna e adottato gli stessi metodi per isolare i dissidenti, falcidiare le minoranze o gli avversari interni.
Seppur partendo da giusti e sacrosanti rilievi, mossi contro il malaffare, la malapolitica, la putrescenza di molti geronti inamovibili, ha totalmente perso di vista qualsiasi possibilità di confronto con quel che di buono e salvabile (forse poco) poteva cogliere, posseduto dallla furia iconoclasta e dalla presunzione di poter essere l’unico tutore di una “purezza” che, alla fin fine, si ridurrà ad una più o meno nutrita pattuglia di peones sotto stretta tutela destinati a sbarcare nelle sedi parlamentari.

- Il tecnico ora premier pirotecnico Monti Mario che, preso dalla frenesia della propaganda, con lo strascico della destra “perbene”, fa a gara su chi le spara più grosse, distribuisce pagelle, giudizi e voti.
Folgorato da improvvisa resipiscenza, dopo aver messo in temporanea sicurezza (?) i conti, nella sua esclusiva visione macro-economica e finanziaria, dimostra ora maggiore, ancorchè tardiva, consapevolezza rispetto alla necessità di guardare all’economia reale come motore della futura e tanto attesa crescita.
Ha del clamoroso lo stupore di chi soltanto adesso, dopo averne coltivato, favorito e consentito l’ascesa, scopre che trattasi di tecnocrate con piglio, cipiglio e malpiglio di destra, orientato ad imporre soluzioni tendenzialmente affini alla reaganomics o al thatcherismo.

- Antonio Ingroia, procuratore in veste di sostituto dell’Apparatcik: la sua rivoluzione civile sembra assumere il ruolo di porta di servizio da cui far (ri)entrare i vari leader della sinistra costretta all’esilio extra-parlamentare, dell’Italia dei Valori e della Federazione dei Verdi.

Ferma restando la dignità della persona in questione, nei cui confronti si possono però sollevare obiezioni circa l’opportunità di quest’alternarsi del ruolo di (ex?) magistrato inquirente che cede il passo ad una forte caratterizzazione politica, la rottura col movimento “Cambiare si può”, per esempio, dimostra quante e quali contraddizioni si sono manifestate nel concepimento di questo progetto.


Le contestazioni, in particolare, hanno riguardato forme e modalità tutte fondate su vecchie logiche di vertice tra le segreterie dei partiti aderenti e le contraddizioni di chi ha spensieratamente “imbarcato”, assieme alla sinistra “radicale”, un ex ministro/magistrato, a suo tempo sostenitore del programma delle Grandi Opere, del Tav e convinto difensore delle forze dell’ordine che hanno consumato i massacri del G8 di Genova.

- Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e il centrosinistra,  non del tutto liberato da alcuni coriacei e resistenti esponenti della nomenklatura, con le Primarie per la Premiership e le candidature parlamentari, hanno rappresentato l’unica parvenza di democrazia partecipata (numericamente più rilevante, non come le condominiali di Grillo, per intenderci), atto a superare i limiti imposti dal Porcellum e colmare la distanza tra rappresentanti e rappresentati...

Le buffonarie di Grillo ovvero le "Parlamentarie" degli ectoplasmi nel mese di frimaio (calendario rivoluzionario francese)


All’insegna del “niente regole, niente da rispettare, tutto da infrangere” restano ignote le dinamiche adottate per favorire la partecipazione, il modello di democrazia a cui ci si è ispirati, le garanzie sulla correttezza di questa determinante scelta, sulla regolarità del voto e del suo esito finale.
Ciò che appare chiaro è che, il convinto e tenace sostenitore della democrazia diretta e i suoi A$$ociati, hanno ridotto quest’occasione (“scegliere” (?) i candidati papabili per il posto di deputato o senatore) in un piacevole sollazzo, un momento ludico, un gioco di società circoscritto ad una ristretta cerchia di partecipanti. Una sorta di monopoli, nel cui contesto, ciascuno può “comprarsi” tre preferenze.
Un bellissimo divertissement che ha trascurato qualsiasi piccolo e inutile particolare, compreso il “chi controlla i controllori”.
Tutto alloggia misteriosamente e segretamente sui “server della gleba” del visionario Ca$aleggio, del suo miglior prodotto editoriale Grillo e del geniale nuovo brand politico sotto stretto dominio e controllo personal.
Così vanno e devono andare le cose secondo il Coluche in salsa italiana, sulla base della sua personalissima impronta digitale di democrazia totalmente liquefatta.
Fabio Chiusi sul suo blog, ha ripreso le “domande senza prevedibile risposta” e sta cercando di raccogliere, in un’opera che non risulterà omnia ma certamente meritoria, i video promozionali dei candidati a 5 stelle.
E’ un utile modo per capire chi sono questi presunti futuri parlamentari/ectoplasmi, che hanno accettato di sottostare, quasi con preventiva remissività dei servi, all’inesorabile mannaia censoria del bonapartismo di Grillo e degli A$$ociati.
Nella lettera/scrittura privata, sottoscritta dai candidati, il futuro viene totalmente demandato ai capricci e ai desiderata dell’unico e immarcescibile binomio. 
Un deus ex machina, pronto a irrompere sulla scena per dirimere qualsiasi questione cruciale, dirigere il movimento dei cloni o delle comparse e il regolare svolgimento della (loro) trama.
La sconvolgente novità del Mo’ Vi Mento proietta così gestione e vision ristretta della democrazia anche in sede istituzionale: ‘La costituzione di due “gruppi di comunicazione”, uno per la Camera e uno per il Senato, è stata definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonchè di evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili. Ogni gruppo avrà un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo. La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento. E’ quindi necessaria l’assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato del M5S al Parlamento prima delle votazioni per le liste elettorali con l’adesione formale a questo documento’. Rogito ergo sum.
I cittadini, innestati nelle istituzioni dalle sapienti mani di Grillo e Ca$aleggio, dovranno rispettare alcune elementari regole, secondo codice di comportamento, di cui riporto alcuni stralci:
• I parlamentari sono tenuti al rispetto dello Statuto, riferito come “Non Statuto” (è il servo arbitrio delle regole in continuo divenire e scritte o interpretate, dal verbo unico, a seconda delle necessità)
• Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito www.movimento5stelle.it (la sede sociale promana dal noto blob-blog-sfogatoio: la home page delle libertà)
• Rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti, la scelta dei capogruppo sarà operata dai gruppi di Camera e Senato (proporrei anche l’anonimato e l’appello o l’identificazione per numero di matricola)
• Evitare la partecipazione ai talk show televisivi (garantire l’invisibilità degli ectoplasmi senza voce e senza volto)
• I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza (è l’irrisolta inquietudine nella scelta tra democrazia e gogna)
• L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo.
• Le persone eventuali di supporto ai parlamentari se previste per legge, per la loro attività non potranno superare un rimborso economico di 5 mila euro lordi mensili. (5+5 = 10mila lordi più benefit)
Per concludere: a Grillo e agli A$$ociati va riconosciuta l’opera meritoria della creazione di nuovi posti di lavoro, lautamente retribuiti, ed anche quella di favorire tutto l’indotto del merchandising, degli assistenti e dei giornali che spulciano la morigeratezza altrui, senza andare troppo per il sottile sulle marginalissime questioni di democrazia dei nuovi politici di cui si rendono quotidianamente compiacenti accoliti. Marco Genuflesso Travaglio docet.


(Nota diffusa su Facebook)

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