domenica 17 marzo 2013

DEMOCRAZIA DIGITALE: DOVE SI USA DAVVERO E DOVE E' SOLO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE


Solo tra gli italiani dormienti, o meglio narcotizzati dai loro governi, un comico come Grillo in società con un'azienda di viral marketing e di strategie di orientamento del pensiero delle masse come Casaleggio Ass. può far credere di aver inventato la ruota e proporla come modello.
Ciò che è ancor più rilevante, senza poi usarla in casa propria, visti quelli che sembrerebbero i meccanismi decisionali realmente usati nel sistema del Movimento 5 stelle, ma solo per gettare fumo negli occhi e tentare di raggiungere ambiziosi traguardi politici.
Come risulta dalle sempre più numerose denunce di cittadini per bene, ex militanti "obiettori di coscienza" del Movimento, che dicono di aver toccato con mano i veri meccanismi decisionali interni e capito chi e come effettivamente decide, quanto vale l'1 e chi vale 1 per tutti gli altri.
Di seguito alcune testimonianze, fatti e pareri autorevoli:
Gandhi ha scritto: “Il mezzo può essere paragonato ad un seme, il fine ad un albero; e tra il mezzo e il fine vi è appunto la stessa inviolabile relazione che vi è tra il seme e l’albero.”

Se non vi è democrazia dentro al m5s, il m5s non riuscirà a portare maggiore democrazia in Italia.

Vedasi la vicenda del meet up Sannio a 5 stelle e della espulsione ex abrupto della  Carpentieri: http://www.beppegrillo.it/2012/08/le_scorte_della_casta.html

Migliaia di parole non sono bastate a chiarire chi stabilisce chi può parlare e chi deve tacere, comportamenti subdoli ed omertosi degli organizers, chi sono Maio e Santaniello, chi le ha elette, con quali maggioranze vengono decise le espulsioni, chi è lo "staff " per decidere chi bannare o chi deve parlare! Qualcuno dimostri onestà intellettuale e risponda! 
E il resto del Movimento 5 st nazionale, perchè non assume una posizione sulla vicenda di San Giorgio del Sannio (BN)? 
La verità è che l'art.4 del non statuto non viene osservato e la democrazia digitale è solo fumo negli occhi e/o specchietto per le allodole !


E, successivamente, una realtà di vera democrazia digitale, dove non vi sono comici che ne sfrutterebbero il concetto come specchietto per le allodole per attrarre a sè cittadini in cerca di democrazia, segnalata da uno dei tanti italiani che, vivendo e lavorando all'estero, hanno una visione più ampia di molti connazionali:

Gino Camillo, 20 aprile 2012
"La DEMOCRAZIA DIRETTA DIGITALE inizia a prendere forma anche nelle Istituzioni. Non certamente in Italia dove i sedicenti nostri rappresentanti fanno bene a temere la Rete ma in Finlandia dove l’accesso ad Internet è libero da censure e, da Luglio del 2010, e’ anche gratuito e garantito a tutti dato che lo Stato fornisce un PC a titolo gratuito a tutti i Cittadini che non dispongono di mezzi sufficienti per acquistarlo."
Lo scibile umano e' patrimonio dell'umanita' tutta e l'accesso ad esso deve quindi essere un diritto universale al pari dell’aria e dell'acqua.

Tanti cittadini in odio ai partiti, considerati non senza qualche ragione la sentina di tutti i mali e comunque incapaci di rinnovarsi, sburocratizzarsi e aprire le loro case a facce e energie nuove, si sono ingenuamente illusi che la soluzione fosse un movimento 2.0: internet come moderno strumento di democrazia diretta; blog, email, Meetup,sondaggi online come riedizione digitale delle assemblee permanenti di sessantottesca memoria (ma il ’68 è ormai remoto, e ignoto); il web come piazza elettronica, pura e trasparente dove, senza intermediari, ciascuno può dire la sua, decidere, votare, contare….
Salvo “scoprire” ora che dietro il megafono Beppe Grillo e i suoi slogan urlati, semplici, accattivanti, paradossali c’è la mente organizzatrice, fredda e persino spietata, di Gianroberto Casaleggio e della sua società di comunicazione marketing internettiano, la Casaleggio Associati, che marca stretto il comico genovese diventato capopopolo digitale di cui è il vero king maker, cura blog, rete dei Meetup (una piattaforma americana a pagamento) e pubblicazioni, imponendo strategie, temi e battaglie, ideando e organizzando V Day e tour. E censurando, tacitando, espellendo, all’occorrenza.

Non importa che bufale e falsi su internet siano all’ordine del giorno. Profili Facebook e account Twitter fasulli. Valanghe di mail di clienti inesistenti che danno giudizi entusiasti di alberghi e ristoranti e viaggi, inventate da società ad hoc che le vendono a caro prezzo (è l’ultimo scandalo, esploso qualche settimana fa). E c’è di più, come vedremo. 

Né importa che sul personaggio Casaleggio e la sua società molte info circolino da tempo sullo stesso web alimentando perplessità, né che la C.A. abbia per anni curato anche l’approdo in rete di Antonio Di Pietro, gestendone il sito-blog: finché alcuni candidati di peso dell’Idv, come De Magistris, hanno preferito fare da sé, rifiutando di seguire i consigli/diktat dell’editore. Perché al modello Casaleggio molto centralizzato, ci si affida a scatola chiusa, tutto o niente, raccontava giusto due anni fa un lungo e informato articolo di Pietro Orsatti su Micromega. Al quale rimandiamo per dettagli, pur attingendo anche ad altre fonti.

Eppure anche oggi tanti fan del M5S si ostinano a chiudere gli occhi, gridano al complotto e accusano i giornalisti “di regime”di voler distruggere il loro movimento. Sebbene molti altri esprimano in rete dubbi e forse meditino sulle loro illusioni. 

Come nasce la Casaleggio Associati.Milanese, 58 anni, a dispetto dall’aria da ex studente alternativo, occhialini e lunghi ricci brizzolati, Gianroberto Casaleggio è un manager di successo, uno dei maggiori esperti italiani di web, reti sociali e marketing digitale. Con un buon background e molte importanti relazioni. Viene dall’Olivetti di Colaninno, ha contatti di alto livello con la Telecom (contro cui si scagliava Grillo) di Colaninno e poi di Tronchetti, tra la fine dei ’90 e i primi del 2000 è amministratore delegato di una società, la Webegg che si presenta come “gruppo multidisciplinare per la consulenza di aziende e pubblica amministrazione in rete”. Controllata da Telecom, Webbegg ha varie vicende. Finché insieme ad altri quattro dipendenti, fra cui suo fratello Davide (oggi il controllore del blog di Grillo) fonda nel 2004 la Casaleggio Associati. Scopo: “Sviluppare in Italia una cultura della rete attraverso studi originali, consulenze strategiche, articoli, libri, newsletter, seminari, e con la creazione di gruppi di pensiero e di orientamento”.
Nel 2005 converte Grillo alla religione del web e diventa il suo “editore” digitale.

Casaleggio & poteri forti. E’ lui stesso a smentire le voci in questo senso in una lettera al Corriere della sera, nel 2005. Da dove vengono queste voci? Dai soci della società, in particolare uno, Enrico Sassoon (già giornalista del Sole24Ore e direttore di varie riviste economiche) che ha da tempo legami con l’American Chamber of Commerce, sorta di lobby volta a favorire i rapporti delle corporation Usa in Italia. Sassoon ne è stato a.d. e siede tutt’ora nel board of directors insieme a pezzi grossi dell’industria italiana e americana in Italia, compreso Google. “E’Sasson l’uomo delle relazioni al massimo livello della Casaleggio Associati, che ne fa uno dei pensatoi più accreditati per quanto riguarda le potenzialità di mercato della Rete nel nostro paese”, scrive Orsatti.

Non a caso partner strategico della C.A. è da subito la Enamics, società americana leader in Business Technology Management con una rete di relazioni aziendali di altissimo livello, dalla Pepsico al Dipartimento del Tesoro Usa, e Coca Cola, Bp, Shell, megabanche varie fra cui Jp Morgan, e molto altro ancora (sarà un caso, ma Grillo smette anche di attaccare le banche).

Casaleggio teorico e guru. Attraverso i suoi scritti e video Gianroberto Casaleggio si presenta come, e passa per un teorico e guru visionario delle nuove frontiere della Rete. Ma forse è soprattutto un abile divulgatore di teorie e pratiche sperimentate con successo negli Usa, che ha capito in anticipo le potenzialità sul mercato italiano di web e social networks.

Influencers. Ecco cosa dice per esempio sull’influencer, figura chiave che nel web ha preso il posto dell’opinion leader nei vecchi media, o addirittura del testimonial.
“Online il 90% dei contenuti è creato dal 10% degli utenti, queste persone sono gli influencer. Quando si accede alla Rete per avere un’informazione si accede a un’informazione che di solito è integrata o creata direttamente dall’influencer”. Vedi il libro di Paul Gillin, The New Influencers:a Marketer’s Guide to the New Social Media, del 2007, che il nostro si guarda dal citare.

E marketing virale. E’ una tecnica di marketing “sociale” online in cui è specializzata Bivings Group,agenzia che “progetta ed esegue campagne digitali per società no profit e commerciali, gruppi di pressione, brand ”, si legge sul suo sito, che fino a poco tempo fa era identico a quello della Casaleggio Associati. Specializzata in social network, tra i suoi clienti società come la Monsanto, Bivings influenza l’opinione pubblica usando le tecniche del marketing virale, che consiste nell’intrufolarsi nei forum di discussione diffondendo opinioni e messaggi affidati dai clienti, sotto le sembianze di comuni cittadini (per una spiegazione in italiano di questa tecnica e del guerrilla marketing, con analogie ai metodi della C.A. vedi qui un post di comedonchisciotte.it, prima parte, del 2007). E’ una sorta di evoluzione del passaparola, in versione elettronica …ma pilotata. Altro che trasparenza della Rete.
Marketing commerciale o (anche) politico?

Casaleggio & politica. 1) La visione. “Le reti sono ovunque intorno a noi. Fino a qualche anno fa le relazioni fra persone, oggetti, eventi, erano attribuite al caso…La vita e l’evoluzione delle reti seguono invece leggi precise, e la conoscenza di queste regole ci permette di utilizzare le reti a nostro scopo e vantaggio”, scriveva Gianroberto C. in Tu sei rete, bibbia del nuovo credo internettiano. Mentre in due video – Prometeus. La Rivoluzione dei media (qui, o qui) e Gaia, il futuro della politica (qui)- si lancia in visionarie interpretazioni e millenaristiche profezie . Partendo da “l’Uomo è Dio, è ovunque e chiunque, conosce ogni cosa. Questo è il nuovo mondo di Prometeus. Tutto è iniziato con la Rivoluzione dei media con internet alla fine del secolo scorso…”.
Fino a immaginare il futuro preconizzando vari eventi fra cui una terza guerra mondiale e la riduzione della popolazione della Terra a solo un miliardo… finché Google diventerà il centro della rinascita della democrazia diretta, tutti saranno collegati a internet per ogni bisogno, verrà abolita la pena di morte grazie a un referendum via web. E alla fine nascerà Gaia, il nuovo Governo Mondiale. “Ogni essere umano può diventare presidente e controllare il governo attraverso la Rete. In Gaia partiti, politica e ideologie scompaiono”. Orwell o l’Impero delle Guerre Stellari di Lucas? Scegliete voi.

2)E la pratica. Mentre educa gli internauti alle magnifiche sorti e progressive della democrazia diretta internettiana, Gianroberto C. guida il blog di Grillo. Ricavandone pochi utili, se è vero che nel 2007 la sua società fatturava 2,4 milioni e guadagni di 668mila euro, saliti a 807mila nel 2008 per scendere nel 2009 e nel 2010 da 584 e 447mila. In compenso il peso politico del M5S è salito assai. Con quali vantaggi per lui stesso, la sua C.A. o altri “poteri” ignoti non è ancora dato sapere.

Grillo & M5S e populisti europei. Non si può tuttavia non notare le sintonie fra Grillo e il M5S con partiti e movimenti populisti vecchi e nuovi. Uniti da slogan contro l’Europa, contro l’Euro e contro l’immigrazione straniera, soprattutto islamica. Nonché contro le tasse e contro l’intervento dello Stato nell’economia, vale a dire ultraliberisti. Dal Partito della Libertà di Geert Wilders in Olanda all’Ungheria di Orban, ai Piraten tedeschi, per certi aspetti, dal nuovo Front National di Marine Le Pen in Francia (vedi Underblog qui), ad altri movimenti estremi svedesi, partitini filandesi, austriaci e perfino movimenti britannici sostenuti, a quanto risultava da un’inchiesta del Guardian, dal Tea Party, promosso due anni fa dall’estrema destra dei Repubblicani americani (vedi Underblog qui). Così come a destra si collocano i populisti di cui sopra, e i nostrani Lega e FI-Pdl, che ne sono stati in qualche modo i precursori. Ma oggi sembrano invecchiati, davanti alle nuove strategie comunicative del M5S, che sembra appartenere a pieno titolo a questa Nuova Destra Moderna che pretende di essere oltre le ideologie, per quanto paradossalmente attiri i delusi “di sinistra” e da noi venga mediaticamente collocato da quella parte.

Il web nell’organizzazione del dissenso sociale. Non si può non ricordare infine l’uso della rete nel creare movimenti dal basso e generare consenso “per combattere la violenza” e “per difendere i diritti umani”, attraverso convegni, seminari e l’uso di social neworks e tecnologie internettiane. Come fa l’Alliance of Youth Movement nata nel 2008, sponsor di prestigio come la Columbia University, il Dipartimento di Stato Usa, Google e altre società mediatiche. Diventata nel 2010 Movements.org, e nel 2012 divisione di Advocacy Human Rights.
Come non si può non menzionare le teorie del professor Gene Sharp, oggi Emerito dell’Università del Massacchussets e già ricercatore ad Harvard, considerato “il Macchiavelli della non violenza”e “il Clausevitz della guerra non violenta”, autore di vari libri ante-internet, fino a Dalla Dittatura alla democrazia (2003) tradotto in 31 lingue, vero e proprio manuale su come organizzare movimenti di “difesa dal basso, anche via web. Infatti sarebbe stato utilizzato dai governi di Lituania, Estonia, Latvia - e da altri ex satelliti come Georgia e Ucraina- per staccarsi dall’exUrss. Un modello teorico e pratico che sarebbe servito anche a organizzare la resistenza di Otpor in Serbia, e a fomentare in rete il dissenso in Iran, Russia e Cina (che se ne lamentano). Fino alle “Primavere Arabe”, preparate e alimentate da un uso sapiente di internet, come è stato riconosciuto. Ne aveva scritto anche Underblog il 24/4/2011 per quanto riguarda l’Egitto, ma non possiamo linkare il post che al momento risulta sparito dal web. 

Insomma, il nodo è tutto in chi è nella stanza dei bottoni e cosa vuol fare dello strumento. 
Quello che abbiamo avuto modo di sperimentare in questi anni attraverso il Mò Vi Mento dei Casaleggio è l'uso in malafede di uno strumento che di per sè, come tutte le tecnologie da quando mondo è mondo, non è nè buono nè cattivo.

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