sabato 2 marzo 2013

Il mare inquinato della “Benevento Beach”: petrolio al largo di Vasto e Termoli.


di Valeria De Rosa *
La “Benevento Beach”, questo lembo di costa sabbiosa tra il Molise e l’Abruzzo ospita ogni anno migliaia di turisti provenienti appunto dal Sannio.
Vasto, San Salvo, Termoli e Campomarino sono stati per anni le mete turistiche del popolo sannita,
specialmente per famiglie e comitive di ragazzi, complici la relativa vicinanza e i costi contenuti.
Il legame tra i paesi che si affacciano sull’ Adriatico e il capoluogo sannita è talmente forte che addirittura nel 2010 è stato organizzato un concerto: “Musicando insieme tra …Benevento e San Salvo”
(fonte http://www.sanniopress.it/?p=6525).
Sebbene siano in molti a scegliere le coste abruzzesi e molisane come mete turistiche, sono in pochi a conoscere la vera ricchezza naturale di questi posti:  La Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto. Un’area incontaminata di 57 ettari di cui 49 nel comune di Vasto e 8 nel comune di San Salvo.
Il fratino, l’airone cenerino, il falco di palude sono solo alcuni degli animali che popolano la riserva.
Questa oasi protetta è uno degli ultimi baluardi dell’ecosistema naturale dunale (che comprende aree umide e salmastre) minacciata non solo dalla disordinata urbanizzazione e alla crescita smisurata di strutture balneari,ma, in primo luogo dell’inquinamento marino.
Ed è proprio non molto distante da una delle zone più suggestive della riserva (punta Aderci di Vasto) che è stata segnalata una chiazza di petrolio dall’equipaggio della nave di stoccaggio Alba Marina.
La chiazza, secondo quanto dichiara il presidente del Consiglio regionale Introna, è stata avvistata anche alle isole Tremiti (Fg). Dunque, non molto distante da un’ altra area protetta: le isole Tremiti sono infatti riserva marina e dal 1996 l’area fa parte del Parco Nazionale del Gargano.
Immediatamente sono scattate le procedure d’emergenza con i mezzi antinquinamento coordinati dall’alto da un velivolo della Guardia Costiera. La chiazza di circa 1000 litri sarebbe stata isolata con le apposite panne di contenimento e separata dall’acqua con le sofisticate apparecchiature rec-oil.
L’origine della chiazza sarebbe il Campo petrolifero Rospo Mare che si trova nell’offshore Adriatico,
a circa 20 km a est della città di Vasto. La piattaforma è gestita da Edison in joint venture con Eni.
Nonostante la Direzione Marittima di Abruzzo e Molise abbia dichiarato che l’emergenza sarebbe rientrata, il WWF Abruzzo ha pubblicato le foto di diversi gabbiani sporchi di greggio e ha lanciato un appello su facebook poichè i volatili incatramati rischiano di morire per intossicazione (causata dall’ ingestione del petrolio) o per ipotermia (il piumaggio sporcandosi perde le sue proprietà idrorepellenti e non consente più l’isolamento termico).
Gabbiani incatramati fotografati dal WWF Abruzzo
Gabbiani incatramati fotografati dal WWF Abruzzo
Di seguito riporto la dichiarazione di Raffaele Vigilante, coordinatore del comitato No Triv Adriatico e Ionio: ‘Forse non ci rendiamo ancora conto della pericolosità del fatto.
L’incidente si è verificato a sole 38 miglia dalle Isole Tremiti (Fg), dalla Riserva Marina del parco Nazionale del Gargano. Si rischia seriamente di compromettere la prossima stagione turistica.
I politici della nostra regione, della nostra provincia, egli enti che gestiscono il territorio, devono intervenire con atti concreti, affinchè si metta fine a questi scempi ambientali. Finiamola di fare solo dichiarazioni alla stampa.
Noi del comitato No Triv, siamo pronti a continuare la battaglia. Ci stiamo organizzando per recarci a Roma presso il Ministero dell’Ambiente, visto che nessuno dei nostri rappresentanti politici ha il coraggio di farlo.
Come è possibile – conclude Raffaele Vigilante – che la chiazza di petrolio in mezza giornata è svanita nel nulla?’ (fontehttp://www.manfredonianews.it/petrolio-in-mare-comitato-no-triv-politica-intervenga/)
Nonostante il “mistero della chiazza scomparsa” su cui speriamo sia presto fatta luce, vorrei chiudere questo mio articolo con un proverbio Masai tratto proprio dal sito della Riserva vastese (http://www.puntaderci.it/)
“Trattiamo bene la terra su cui viviamo:
essa non ci è stata donata dai nostri padri,
ma ci è stata prestata dai nostri figli”.

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