domenica 21 aprile 2013

La rielezione del peggior presidente della Repubblica è un VILIPENDIO AL POPOLO ITALIANO E ALLA COSTITUZIONE !

Neanche il tempo di fare l'inventario dei DANNI, del suo settennato ed HANNO RIELETTO IL PEGGIORE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEGLI ULTIMI SETTE ANNI. MA IL MOV. 5 STALLE SI GUARDA BENE DAL METTERLO IN STATO D'ACCUSA PER ALTO TRADIMENTO DELLA COSTITUZIONE 
(anzi, l'hanno pure blandito a dovere sulla prorogatio e sull'operatività del vecchio governo Monti !)


Dalle firme apposte alla velocità della luce sulla peggiori leggi vergogna di B., in gran parte incostituzionali,

- ai continui moniti a ogni indagine giudiziaria che coinvolgesse il potere (Unipol-Antonveneta, Potenza, Why Not, Salerno- Catanzaro, Rai-Mediaset, lady Mastella, Rifiutopoli a Napoli, Ruby, trattativa Stato-mafia) contro il presunto “scontro fra politica e magistratura” che mettevano sullo stesso piano i politici aggressori e i pm aggrediti.

- Dalla riabilitazione di Craxi agli attacchi a Grillo proprio alla vigilia di tornate elettorali.

- Dal progressivo ampliamento progressivo dei poteri e delle prerogative presidenziali, ben oltre i limiti della Costituzione, fino alla pretesa da monarca assoluto di non essere ascoltato neppure quando parla con un inquisito intercettato.

- Dalle interferenze nell’indagine palermitana sulla trattativa per conto di Mancino al recente, incredibile diktat ai magistrati (che han subito obbedito senza fiatare) di sospendere i processi a B. per marzo-aprile in nome di inesistenti impedimenti politico-istituzionali.

- E poi il salvataggio di B. nel novembre 2010 con il rinvio del voto di sfiducia a dopo la finanziaria (intanto quello comprava deputati un tanto al chilo).

- E il risalvataggio di B. nel dicembre 2011 con l’idea geniale del governo Monti al posto delle elezioni che avrebbero asfaltato il Caimano.

- E il rifiuto opposto ai 5 Stelle di considerare un premier apartitico (ingenuamente non indicato dai grilli) per favorire l’inciucio Pd-Pdl, con “saggi” incorporati.

- E la gestione demenziale del caso dei due marò, ricevuti in pompa magna al Quirinale come eroi nazionali.

- E, dulcis in fundo, le grazie concesse ad Alessandro Sallusti, condannato a 14 mesi per aver pubblicato su Libero notizie false, mai smentite e gravemente diffamatorie contro un giudice torinese;

- e al colonnello americano della Nato Joseph Romano, condannato a 7 anni definitivi per il sequestro di Abu Omar e latitante dal 2007.

Mai, prima d’ora, l’istituto della grazia era stato usato per sconfessare sentenze definitive appena pronunciate e salvare condannati che non avevano scontato un giorno di pena. A riprova del fatto che Napolitano è convinto di essere il capo della magistratura, legittimato a impartirle ordini e a raddrizzarne i verdetti se non collimano con i suoi capricci o con le pretese di un “alleato” che tratta l’Italia come il cortile di casa propria, dal Cermis ad Amanda Knox. Forse non tutti colgono lo scandalo di questa grazia.

Romano è stato giudicato colpevole dalla Cassazione per aver rapito nel 2003 – insieme a 27 agenti Cia e con l’appoggio del Sismi del generale Pollari – l’imam di Milano e averlo poi imbarcato della base Nato di Aviano a quella di Ramstein, e di lì al Cairo, dove fu interrogato e torturato per mesi. Il sequestro – scrive la Cassazione – “venne realizzato per trasportare il prigioniero in uno Stato, l’Egitto, nel quale era ammesso l’interrogatorio sotto tortura, a cui Abu Omar fu effettivamente sottoposto”. E pazienza se “la tortura è bandita non solo dalla leggi europee”, ma anche da mezza dozzina di convenzioni Onu e Ue. Tutte regolarmente sottoscritte dall’Italia, tutte violate dai sequestratori italiani e americani di Abu Omar e dai governi italiani di destra e di sinistra, che dal 2006 a oggi proteggono questi delinquenti col segreto di Stato, con tre conflitti di attribuzioni contro i giudici alla Consulta e col blocco dei mandati di cattura disposti dai giudici per assicurarli finalmente alla giustizia.

Chissà che ne pensa la neopresidente della Camera Laura Boldrini, giustamente sensibile ai diritti umani, del sequestro e della grazia a un latitante che non ha scontato un giorno di galera e non rischiava neppure l’arresto. Si spera che al prossimo giro salga al Quirinale un custode della legalità e della Costituzione.


Illusione, CHE VERGOGNA !!!

VILIPENDIO DELLA COSTITUZIONE (presidenzialismo de facto)

La rielezione del Presidente della Repubblica è un fatto irrituale nel nostro ordinamento costituzionale. E' chiaramente tipico di una forma presidenziale o semi-presidenziale, laddove però il presidente è eletto in modalità più o meno dirette. E non è casuale che ciò accada proprio con Giorgio Napolitano. Già la sua scelta di prorogare il governo di Mario Monti conteneva un elemento di originalità costituzionale che forse in pochi hanno colto - la sospensione del rapporto fiduciario fra esecutivo e legislativo, aspetto proprio di una forma di governo presidenziale - ed ora, l'aver accettato la sua rielezione, in cambio di chissà quali promesse politiche, lo trasforma di fatto nel primo presidente rieletto. E solo nelle repubbliche presidenziali i presidenti sono rieletti. Generalmente possono restare in carica al massimo per due mandati (di cinque anni).

La stessa attenzione popolare al voto parlamentare è significativa. Il netizen ha esercitato pressione tramite i social network, scrivono i migliori analisti sui giornali. Ma l'attenzione è propria non del mezzo ma di chi la esercita, ovvero degli elettori. A cui è stata raccontata una nuova verità: che lui, il cittadino elettore iperconnesso, ha voglia di contare nella decisione politica. Lo desidera. La retorica anticasta ha generato in lui questo nuovo bisogno. E' davvero la crisi ad aver alimentato la tensione della piazza antistante Montecitorio? Perché questa rabbia non si è liberata tramite scioperi o manifestazioni di piazza mentre i governi erano in carica e i presidenti non erano rieletti?

Nella nostra Costituzione, il Presidente della Repubblica rappresenta l'Unità della Nazione. E' la Costituzione che ne prevede l'elezione indiretta nel Parlamento. Ed è sempre la Costituzione che disegna una figura del Presidente quasi disarmato:
Art. 89.
Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Tutta questa attenzione è immotivata. La figura del Presidente è stata caricata di significato - e pertanto di poteri che non ha - in virtù della condizione specifica della politica italiana, delegittimata in patria e all'estero, messa prima sotto tutela tecnocratica e poi temuta come la peste dai mercati finanziari globali. E Napolitano sa bene che da presidente rieletto ha il potere di decidere quale porzione del parlamento potrà far parte del governo, e quale no. Il prossimo governo sarà opera sua. Un suo costrutto ingegneristico, esattamente come il governo Monti. Il paradosso è lampante: il cittadino-elettore iperconnesso richiede partecipazione, le elezioni e il sistema elettorale creano ingovernabilità, il presidente rieletto la risolve costruendo una maggioranza parlamentare intorno al suo nome che invece le urne avevano smentito.
Tutto ciò è molto lontano dal dettato costituzionale. Lo dico anche a coloro i quali hanno sostenuto la candidatura Rodotà sino 'alla morte'. Sappiano che la loro intransigenza ha influenzato questo fosco quadretto facilitandone la formazione...



Quel che si sta consumando in queste ore finali della Seconda Repubblica, dunque, è di una  gravità inaudita, è un VILIPENDIO AL POPOLO ITALIANO
E ALLA COSTITUZIONE ITALIANA.
Non colgono nel segno nè la sguaiata estemporaneità del pifferaio Grillo, intellettualmente vuota e politicamente inconcludente, la cui base (rivoluzionaria quanto ?) aveva persino votato Prodi (!!!???)prima di gridare Rodotà, nè l'editoriale al veleno di Marco Travaglio (Il becchino Napolitano e il Funeral Party), nè l'invito di Giulietto Chiesa di dare tutti prova di militanza e di senso civico promuovendo "azioni pubbliche di protesta" . 
A che servono le manifestazioni all'italiana di fronte a mutamenti dell'ordinamento costituzionale ? 
Come avrete capito, riavremo un governo molto peggiore del terribile governo  presidenziale "Napolitano-Monti-Goldman Sachs", impostoci senza democratiche elezioni e gradito solo ai banksters e alle èlites finanziarie europee e d'oltreoceano. 

L'unica nota positiva è che il PD è finito, la sua maschera è caduta una volta per tutte e ci sarà - speriamo - un esodo massiccio di militanti ed elettori ingannati.
Ma non permettiamo che  i grilloidi "cavalchino" e strumentalizzino a loro uso e consumo il nostro dissenso. 

Possiamo fare a meno di quegli analfabeti volgari e decerebrati, che si ritirino !

I grilloidi indottrinati dal loro guru digitale e che ora gridano al golpe fingono di non sapere che è in atto non da ieri ma già da tempo un mutamento surrettizio dell'ordinamento costituzionale.
Nel nostro ordinamento il Presidente è il garante della Costituzione e rappresenta l’unità del paese. E’ quindi una carica per così dire ‘impolitica’, super partes, per certi versi è il contrario di quanto prevede il presidenzialismo, dove il presidente è eletto dal popolo proprio in virtù della sua proposta politica. Nella vicenda dell’elezione di Napolitano è successo il contrario: Napolitano ha contrattato con i partiti le condizioni per una sua rielezione in termini di governi, programmi, relazioni con la Ue.

Il Presidente è diventato da garante della Costituzione a garante di una parte del sistema politico: è stato eletto in quanto garante del futuro governo di cui ha già dettato una parte del programma indicando nell’agenda dei 10 saggi la base su cui operare su due terreni fondamentali come la riscrittura delle regole e la politica economica. 

Siamo passati da una repubblica parlamentare ad una repubblica presidenziale a democrazia contrattata il cui scopo non è rappresentare gli interessi del popolo italiano ma l’applicazione delle direttive e dei diktat dell’Unione Europea. 
La sovranità popolare è sostanzialmente azzerata da partiti che chiedono il voto per fare una cosa e ne fanno un’altra.Questo sostanziale snaturamento della funzione del Presidente della Repubblica segue la nomina del governo Monti un anno e mezzo fa e la nomina – del tutto estranea alla Costituzione – dei 10 saggi qualche settimana fa.   

La coordinatrice
Rosanna Carpentieri



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