domenica 26 maggio 2013

Inchiesta sulla gestione dei fondi da parte del MoVimento 5 Stelle

Ne abbiamo già parlato più volte.
Torniamo sulla questione perché non è che se si è "nuovi" si può fare quello che si vuole, in sfregio alle norme, soprattutto quando si fa della correttezza e della trasparenza la propria bandiera e  della “politica senza denaro”  il proprio cavallo di battaglia .
Lo facciamo ora con una dettagliata e documentata inchiesta. Uno studio sui conti dei 5 Stelle, il sistema dei microfinanziamenti e le erogazioni della campagna 2013.
La conclusione è chiara: “movimentazione di denaro in nero”
Rifiutare i soldi del finanziamento pubblico è una tattica di marketing politico efficace. Porta voti, donazioni e soprattutto, pochi controlli.
Con tutti i tagli possibili e "auto imposti" sappiamo che i conti correnti dei parlamentari pentastellati arrivano anche ad incassare mensilmente 11.280 euro tra diaria ridotta, rimborsi spese, “chilometrici” e telefonici. Per lo Tsunami Tour sono stati donati solo al blog di Grillo 775 mila euro che per il regolamento interno del movimento è l’unico modo per raccogliere soldi. 348 mila sono stati spesi e rendicontati mentre il resto è andato ai terremotati dell’Emilia Romagna. 
Ma ciò che si sa meno è il funzionamento delle entrate e delle uscite di denaro in contanti nei contesti locali.
A una prima analisi la cifra delle donazioni sembra grande, ma non risulta dichiarata agli organi preposti.
Dalla lettura dello statuto, il Movimento 5 Stelle è un’unica struttura. Non ha altri organismi e responsabili oltre a quelli indicati nell’atto costitutivo: Beppe Grillo, il nipote Enrico e tal Enrico Maria Nadasi. Il Movimento ha un solo amministratore/tesoriere che coincide con il presidente, Grillo. Non ha organi direttivi federali né locali. E’ un’associazione non riconosciuta come altri partiti ma senza tesorieri locali. Non ha alcun organismo di garanzia (quelli che nelle organizzazioni si chiamano garanti) e nessun organo di controllo quali, ad esempio, i revisori. E qui c’è un problema perché il Movimento raccoglie donazioni anche fuori dal blog, le cosiddette elargizioni liberali, attraverso bonifici bancari, versamenti paypal e con carte di credito. Solo che a differenza dei partiti queste somme non sono state dichiarate per la campagna elettorale 2013. 
Ma questi soldi finiscono sui conti correnti di singoli attivisti che non sono tenuti a dichiararli a enti esterni e di controllo. Considerando che lo Tsunami Tour ha avuto 87 tappe e Beppe Grillo rendiconta solo le spese sostenute per la tappa nazionale di Roma abbiamo una nebulosa del tutto insondabile. Se in una città con 60 mila abitanti si raccolgono 10 mila euro, quanto avrà raccolto il Movimento in città di milioni di abitanti come Milano, Torino, Genova, Roma o Napoli? 
La legge italiana è esplicita. Le persone singole o le società che intendono sostenere un partito possono donare a questi o al Comitato elettorale del denaro. Le donazioni superiori a 1.000 euro inoltre vanno tutte dichiarate e rendicontate. 
Ma il M5s sin dalla sua costituzione ha raccolto donazioni che ha reso pubbliche solo in modo discrezionale e incompleto. 

Buona lettura...
Rosanna Carpentieri
Inchiesta - La gestione dei fondi del M5S


Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...