giovedì 29 agosto 2013

I "grumi di malaffare" espellono da Benevento il magistrato Antonio CLEMENTE

Oggi il dottor Antonio Clemente ha lasciato il suo incarico di Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento e dopo le ipocrite frasi di ringraziamento per l’operato svolto, molti amministratori e funzionari pubblici, imprenditori e delinquenti a vario livello, tirano un sospiro di sollievo.
Antonio Clemente
Quel magistrato ha condotto indagini delicate che hanno fatto tremare i palazzi del potere compreso lo stesso Tribunale per la presenza di diversi “operatori di giustizia” abituati ad atteggiamenti più morbidi nei confronti dei potenti di questa provincia.
Anche per questo motivo la lotta alla corruzione che Antonio Clemente ha condotto con grande impegno, ha prodotto risultati straordinari per questa provincia ma certamente non sufficienti a contrastare quei “grumi di malaffare”, cioè quelle aggregazioni  tra criminali, affaristi senza scrupolo, politici e funzionari collusi, che condizionano di fatto il governo di questa città e della intera provincia.
Antonio Clemente ha chiesto di essere trasferito a Roma dopo aver subito attacchi e denunce con i conseguenti procedimenti dinanzi al CSM e alla Procura Generale. Lo hanno denunciato il sindaco di Montesarchio, per presunta inimicizia familiare, Michele Spina e Maurizio Ionico, che ancora si professano imprenditori, per presunto accanimento giudiziario nei loro confronti e infine Clemente Mastella che addirittura lo ha accusato di concussione.

Il magistrato a seguito di ripetute indagini sul suo operato, è stato completamente prosciolto dalle accuse infamanti che però sono servite ad evitare che egli indagasse ancora sulle attività dei denuncianti e che svolgesse il compito di Pubblico Ministero nei processi che vedono imputati Clemente Mastella e la sua famiglia.
Adesso sarebbe doveroso il commento dell’ex ministro della Giustizia Mastella, attuale componente della Commissione Antimafia del Parlamento Europeo (!!!).
Antonio Clemente va ad occuparsi di grande corruzione  a livello nazionale e del riciclaggio di denaro sporco mentre il Tribunale di Benevento, nonostante gli sforzi del Procuratore Capo, Giuseppe Maddalena tornerà ad essere il “porto delle nebbie” per le troppe incompatibilità ambientali sulle quali il CSM non si decide ad indagare e l’ignavia di buona parte dei giornalisti locali.

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