giovedì 1 agosto 2013

Risposta a Karl-Ludwig Schibel, un sociologo che ha attaccato chi lotta per difendere il territorio italiano dalle speculazioni eolico-fotovoltaiche

Gent. Sig. Schibel 
Le scrivo in merito a questo intervento su Qualenergia: un articolo dai contenuti irriverenti nei confronti della verità, dei fatti concreti e delle conseguenze territoriali, ambientali, finanziarie
e sociali che fa il paio con altri articoli che si fanno forza dall’alto delle possibilità mediatiche di cui possono beneficiare e a cui, dal basso delle scarse possibilità concesse, ho già risposto in analoghe occasioni..
Il fatto che lei noti solo le proteste di “ecologisti” a carico di eolico e FV e non contro capannoni o altre schifezze territoriali è evidentemente dovuto al fatto che lei è nato oggi e non ha seguito l’impegno su altri fronti profuso da comitati e da quelle stesse persone che le oggi velatamente insulta.
Ma la tattica è sempre quella : il benaltrismo invece di un argomento delicato da affrontare, possibilmente con NUMERI concreti.
Perché anche qui lei fa il bravo ambientalista confrontando le pale del monte Peglia a niente meno che le trivellazioni del Messico !!!!!!!
Magari mettiamoci anche il falso ricatto “o mettiamo le pale o saremo costretti al nucleare” e lei avrà completato il quadro abbassando a livello del terreno il grado di trattazione della questione.
Le potrei scrivere, a lei che attribuisce autoritarismo (!!!!) a chi si oppone a questi impianti, una intera enciclopedia sulla DITTATURA con cui sono stati insediati centrali eoliche e FV sul mio territorio.
Il qualunquismo con cui Lei approccia a una materia complessa come gli insediamenti energetici rinnovabili pone seriamente un problema di credibilità.
Venga nel centrosud Italia: troverà molte persone, come me, che (pur non avendo avversato da tempi non sospetti le rinnovabili) pongono questioni serie e dignitose “contro” il mare di nausea e i limiti OGGETTIVI che accompagnano le rinnovabili.
Queste persone non sono pagate da petrolieri e da nessun altro, non hanno alle spalle sante “alleanze” come la sua, anzi ci rimettono di tasca loro ogni santo giorno, hanno solo tanta dignità malgrado gli insulti e gli affronti subiti con 10 anni di bugie e con la perdita sistematica dei valori di un territorio condannato alla macelleria urbanistica.
Perché non parliamo di numeri ?
La verità è che la Danimarca, con tutte le sue pale eoliche non sta raggiungendo gli obbiettivi prefissati, con buona pace di quelli più ambiziosi sbandierati, e che…. questo stato è paragonabile alla sola Lombardia !!!!
In stile Realacci-Della Seta-Ferrante, si potrebbe portare l’ipotesi dello “stato” di S. Marino: con una centrale eolica magari potrebbe produrre il 700% di fabbisogno elettrico !
La verità è che la Germania (che ha un tessuto socio territoriale simile a quello italiano) ha fatto uno sforzo gigantesco nelle rinnovabili (favorendo la sua economia nazionale) ma con risultati poco edificanti, dopo aver saturato quasi tutti i siti eolici, mare compreso, e rivolgendo la sua politica alla nuova colonizzazione del XXI secolo, quella energetica rinnovabile: ricattare la Grecia e chiedendo sole e vento in cambio della mitigazione del debito. Senza contare le recenti aperture di nuove centrali a fossile per far fronte alla chiusura programmata del nucleare.
Paghiamo costi delle rinnovabili altissimi che sono stati “imposti” grazie alla sottocultura del tutto e subito promossa da persone come Lei e da alcune associazioni cosidette “ambientaliste” con la dittatura del “senza se e senza ma”, irrorando di super incentivi e di NON REGOLE la pianta della speculazione fino a favorire, implicitamente, MAFIA, CORRUZIONE e, nel migliore dei casi, tanta, tantissima IMMORALITA’.
E’ vero invece che molti “promoter” delle rinnovabili sono a braccetto con centri di interesse speculativo, come l’ANEV, costituendo una ossatura di interessi blindati che hanno vilipeso la NOSTRA Costituzione (e non solo l’art.9 sul paesaggio ma anche il sacrosanto art.41 che varrebbe la pena leggesse).
Cosi è stato schiacciato già da tempo qualsivoglia tentativo di confronto e di dialettica mentre forse lei era distratto sulla sua scrivania qualche anno fa.
E’ sconcertante che Lei faccia simili affermazioni su verità incontrovertibili e che dovrebbero sostenersi sui numeri anche se lei è un sociologo .
Da povero ambientalista di provincia un po’ di numeri li ho studiati, quanto basta per invocare un nuovo mondo MA a patti e condizioni e senza accettare di essere preso per i fondelli, men che meno dal qualunquismo imperversante.
Lei dove vive? A Perugia?
Lasci Perugia e faccia una vacanza, si una vacanza sotto le centinaia di pale eoliche dalle mie parti.
O non vorrà smentire i promoter di questa tecnologia che affermavano addirittura che avremmo avuto frotte di turisti (gonzi) ad ammirare queste porcherie ?
In Italia non si sta dicendo no all’eolico, si sta dicendo BASTA ove mai non se ne fosse accorto.
Decine di migliaia di ettari sfasciati e Lei esibisce simili provocazioni.
Grazie a invocazioni di politicanti, e alla copertura culturale di personaggi pubblici come Lei, l’Italia ha fatto e fa una politica idiota !
Correndo in avanti ben più di altri paesi, facendo da cavia con incentivi elevati e favorendo paesi come la Germania (che sfrutteranno con più calma i costi discendenti delle tecnologie rinnovabili); sostenendo brevetti esteri, acquistando pannelli esteri e perfino pale cinesi; consegnando incentivi (i nostri soldi) a società estere, delocalizzando in Romania o Bulgaria le produzioni energivore (e quindi i consumi energetici e le emissioni senza ridurli !) a causa dei costi energetici; distruggendo su vasta scala il territorio ma lasciando immacolati decine di migliaia di ettari di urbanizzazioni e capannoni (di cui, in tempi non sospetti quando Lei era distratto, abbiamo invocato la copertura invece di inondare i terreni agricoli), infine costruendo ragnatele di piste ed elettrodotti.
Ecco cosa fa l’Italia! Sfregia e insulta la natura, la storia, i siti Unesco e Paesaggi inalienabili, che qualcuno, “esperto” come Lei, ha affermato che possono essere “abbelliti” dalle pale !
E, ancora foraggiando con fiumi di denari i soliti noti mentre piccoli imprenditori, agricoltori e cittadini sono sul lastrico, i pignoramenti sono all’ordine del giorno e i suicidi non fanno più notizia. Ecco cosa fa l’Italia !
Dopo di che possiamo fare una gara di facciata a chi è più bravo: lei propone più rinnovabili. 10, 30, 150 pale?
Bello: prati in fiore, aria pulita e il mulino bianco sullo sfondo.
Allora io propongo 400 anzi 1000 pale cosi facciamo cifra tonda e oltre ad affrontare le trivellazioni del golfo del Messico metto in conto anche le centrali a carbone aperte in Cina.
E cosi sono più ambientalista di Lei, decisamente più bravo di Lei e salgo nelle quotazioni di chi legge ma senza contribuire ad alcuna conoscenza o coscienza.
Ciò non produce un bel nulla e lascia inalterate le verità scomode di cui sopra.
Questo è il livello della Sua discussione con l’aggravante di avere il vantaggio di una finestra pubblica su cui farlo condizionando la mente di tante persone. Ingiustamente.
A chi predica le rinnovabili in maniera asettica e acritica dal retro di una scrivania dico:
BASTA seppellirci di pale e pannelli, ci avete umiliato abbastanza, non ne avete il diritto.
Ora lei, sottraendosi alle valutazioni, classicamente mi addebiterà il cosa fare se davvero si vuole “cambiare il mondo”.
Intanto per il degrado determinato da strade, lottizzazioni, abusivismo e quant’altro, le posso dare conto di azioni di contrasto condotte: lei può fare altrettanto o è lei ad avere una visione monocolore occupandosi esclusivamente di clima e di “alleanze per il clima”? Che non è poco per carità ma nemmeno può ergersi poi a tuttologo sul benaltrismo da lei stesso richiamato.
L’apporto di rinnovabili elettrico nei paesi europei è costituito in gran parte da idroelettrico tradizionale, elettricamente affidabile ma ormai saturo territorialmente.
Le NUOVE rinnovabili elettriche intermittenti (eolico e fv) offrono apporti risibili a fronte degli sforzi finanziari: in Italia al 2012, 3% di eolico con tutti i suoi 8000 MW e 5% di FV, rispetto al 26% di contributo rinnovabile complessivo, obiettivo target al 2020 raggiunto con 8 anni di anticipo, appaltandone questo pur piccolo incremento alla speculazione senza alcuna compartecipazione democratica.
Ciò premesso, almeno per minimizzare gli effetti economici e ambientali, avrei evitato l’opzione eolica (visto che è stato triplicato il FV), avrei diluito gli incentivi al FV nel tempo per avere più FV con meno costi (non tutto e subito a costi elevati), vincolando gli insediamenti FV su urbanizzazioni prive di interesse architettonico e di cui siamo “ricchi” (750.000 ettari solo dal 1995 al 2005 pari a una disponibilità teorica di oltre 300.000 MW di FV… una scelta logica, comprensibile anche da un bambino ma la nostra classe dirigente ha preferito appaltare tutto ai “prenditori” facendosi forza delle pressioni culturali di persone come lei).
E con il valore aggiunto di una integrazione al reddito per cittadini, artigiani e p.m.i. in tempi di crisi.
Inoltre avrei dirottato una parte del fiume di incentivi verso opzioni non impattanti e più performanti (a parità di costi) nella lotta ai gas serra, non a caso rimaste al palo fagocitate dalla speculazione nel comparto elettrico, come rinnovabili termiche, efficienza e risparmio, trasporti, avvantaggiando l’economia nazionale (vedi termico) e con risvolti sociali (es. popolo dei pendolari costretto a usare mezzi propri).
Oggi avremmo risultati migliori con meno emissioni, meno soldi buttati e un territorio integro.
Ma bisogna essere consapevoli che ciò rimane pur sempre un apporto parziale e non risolutivo alla decarbonizzazione di tutto il sistema energetico.
Era, è e sarebbe quindi ineludibile privilegiare ricerca e innovazione, elementi strategici senza dei quali le nuove rinnovabili offriranno contributi quasi da prefisso telefonico, senza contare le ricadute di brevetti in un settore di interesse mondiale, e per non ritrovarsi domani con tanti soldi “buttati al vento” e risultati inadeguati.
Gran parte di tali aspettative sono compromesse poiché la speculazione, alimentata e cresciuta sul qualunquismo, a parte il degrado territoriale, ha maturato diritti intoccabili in termini di denari per i prossimi 10-20 anni.
Allora che almeno si fermi lo scempio e, per un risarcimento morale, un Paese piegato dalla crisi come il nostro tassi queste rendite scandalose e lucrose per le centrali eoliche e FV realizzate sui terreni agricoli, destinando una parte delle risorse agli obiettivi di cui prima.
Inviato da Rete della Resistenza sui Crinali
Enzo Cripezzi – Ambientalista (non pagato dai petrolieri)

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