lunedì 28 ottobre 2013

Impeachment di Cossiga. La disonestà intellettuale di Grillo

A Bolzano Beppe Grillo rilancia alle sue pecore fanatiche e cerebrolese il suo delirio … posta il video ove richiama le “dimissioni di COSSIGA del 1991″. 
Peccato che COSSIGA non si è dimesso nel 1991 ma nell’aprile del 1992, due mesi prima della scadenza del mandato e NON per la messa in “stato di accusa” (che Grillo chiama “impeachment”) proposta alle Camere dalla Opposizione (e che venne respinta).
Peccato che l’ignoranza e la disonestà intellettuale dei grillioti e del loro guru costino a tutti ben 15000 euro al mese !

Rosanna Carpentieri


Da qualche giorno, Beppe Grillo e con lui il movimento 5 Stelle, annuncia l’iniziativa – fine a sé stessa – di chiedere l’impeachment per Giorgio Napolitano. A suffragio di questa volontà, tutta partorita del Vertice del Movimento, motivata in qualche piazza a suon di slogan, Grillo ha citato il testo del documento con il quale il Pds di Achille Occhetto chiese la messa in stato d’accusa per Francesco Cossiga, il presidente picconatore. 
Era il 1991 e da pochi mesi era stata scoperta la formazione paramilitare segreta e clandestina, Gladio, di cui Cossiga era a conoscenza della sua esistenza sin da quando era ministro dell’Interno (1976).
La citazione è stata portata per insinuare nell’ascoltatore meno attento il dubbio sulla coerenza della figura dell’attuale presidente della Repubblica: se nel 1991 il Pds, quindi Napolitano, accusavano Cossiga di attentato alla costituzione per aver tentato di interferire ”illegalmente nelle attività del legislativo, dell’esecutivo e del giudiziario”, e di aver avviato “l’esercizio di una propria funzione governante”: che è “inammissibile”e “autoritaria”, allora quelle stesse parole dovrebbero valere oggi contro il medesimo Napolitano, esso stesso fautore di indicibili intromissioni verso gli altri poteri dello Stato, specie quello giudiziario (caso trattativa Stato-mafia e telefonate con Nicola Mancino). 
Strilla il Comico: Napolitano lo chiese per Cossiga, l’impeachment: e noi per lui.
Peccato ci sia un errore storico grande come una casa. A parte il fatto che la richiesta della messa in stato d’accusa del Pds non giunse nemmeno al voto, Napolitano non era affatto d’accordo con la linea politica di Achille Occhetto. Napolitano espresse il suo dissenso nei confronti dell’allora segretario del partito telefonando a Bettino Craxi. Il contenuto di quella telefonata fu parzialmente divulgato dallo staff del segretario socialista. 
Secondo tale ricostruzione, Napolitano addirittura diede del pazzo ad Occhetto.
La Stampa 23/11/1991
Napolitano, esponente dell’area dei riformisti, si opponeva alla linea politica più intransigente che da Ingrao passava per Occhetto. L’impeachment faceva parte di una strategia politica che prevedeva anche la sfiducia nei confronti del governo Andreotti . In questa seconda intervista, datata 27/11/1991, il dissenso di Napolitano divenne così palese da non poter più essere ignorato. Ed era la sua una tattica così sopraffina che alla fine vinse poiché Cossiga non fu mai messo sotto accusa ma si dimise, come effettivamente prospettato da Napolitano:
La Stampa 27/11/1991

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