martedì 22 ottobre 2013

Spezziamo le mafie geofaghe e usurpative ! Il Comune di San Giorgio desista dal consumo di suolo,dal deturpamento del paesaggio e dal FAVORIRE CRIMINALI USURPATORI.



E’ UN TEOREMA SOCIALE FONDAMENTALE, non solo uno slogan che i comitati civici ambientalisti (non Negambiente ed altri ecologisti del potere) gridano ormai in tutta Italia di fronte ad ogni scempio del paesaggio e dell’ambiente! 
Un teorema sempre più dimostrato e confermato dalle procure e dalle inchieste giornalistiche in tutt’Italia! 
Un teorema con valore diagnostico perché ogni territorio dove viene meno, nella millenaria convivenza uomo-natura, il rispetto del locale “Genius loci”, lì vi è una comunità che si è ammalata, il cui tessuto socio-politico-culturale è stato compromesso, e lì si deve intervenire, dal basso, come singoli e come comunità, lì interviene il Vero nobile Ecologismo, anche e soprattutto curando il PAESAGGIO, che è l’insieme di ambiente e della sua estetica, bonificandolo dagli obbrobri che lo inquinano e deturpano, smantellando le oscenità, rinaturalizzandolo, rendendolo di nuovo salubre al corpo e allo spirito, restaurandolo nello status di natura e storia in cui era prima della compromissione, e comunque intervenendo sempre e solo nel massimo rispetto dello spirito del luogo, in tutti gli interventi, dai più minuti anche solo apparentemente erroneamente ritenuti insignificanti, fino a quelli di maggiori superfici e volumi; 


spirito del luogo che è la sintesi di storia e natura, di biodiversità e di pratiche e stili stratificatisi nei millenni e consolidatisi fortemente, tanto da divenire spirito identitario della medesima comunità che li abita e vive! 

Tutto questo intervenire non solo per Amore della Natura, ma anche per motivi etico-sociali: perché se è vero, come è vero, che “dove l’uomo si degrada anche l’ambiente si degrada e viceversa” (caso esemplare: San Giorgio del Sannio con le sue baraccopoli abusive su terreni fertilissimi in antichissime contrade- di cui una, la più bella è c.da Cerzone, risalente al 700, a vocazione rurale e di grande interesse storico-testimoniale), è vero anche il contrario, ovvero che “dove si risana l’ambiente anche l’uomo si risana e viceversa”!




In quegli scatoloni di cemento, nella loro impudica nudità cementizia, non si riconosce più ciò che nobilita, dà dignità ed eleva l’uomo nell’apprezzamento e nella ricostruzione della bellezza che è nella Natura!

Gli amministratori non dovrebbero di fronte a simili foto limitarsi a farle stampare ed appenderle nei corridoi dei municipi, dovrebbero invece studiarsele per difendere quei luoghi da ogni aggressione che li minaccia anche nei loro margini, e poi chiedersi: "perché invece vi sono zone dove non è così fotografabile il paesaggio?" .
E lì intervenire ricostruendo il pittoresco perduto, fatta salva- integrandola nel pittoresco- la eventuale già presente fruibilità, e massimizzando il comfort, la piacevolezza di frequentazione, con restauri e ricostruzioni nel rispetto del principio "dov'era e com'era" di ogni bene culturale e del paesaggio intero, con bonifiche da inquinanti, decementificazione, rinaturalizzazioni, rimboschimenti, rispetto del "Genius loci" storico-naturale, persino cromatico, nei materiali e forme, fino alla cura illuminotecnica, che deve evitare l'abbagliamento e privilegiare i toni caldi della luce artificiale che simula quella del fuoco cui siamo adattivamente evoluti e predisposti, e non le tonalità fredde, ecc. ecc. ecc.

Ma tutto ciò è una scienza e un'arte.
Persino quei pochi alberi che sono in paese e di cui siamo debitori ai nostri antenati sono vittima di pubblici potatori meri assassini, senza alcuna minima competenza agronomica e sensibilità, meri taglialegna biomassari insomma.


La potatura è una pratica violenta che danneggia esteticamente e in vitalità la pianta. Molti alberi indifesi a foglia caduca sono stati capitozzati e non sono state risparmiate dal "taglio assassino" neppure le conifere centenarie del viale Spinelli: non è stata preservata la parte sommitale della chioma (che da alcuni potatori pubblici di cui si avvale l'amministrazione di San Giorgio ho sentito chiamare "antenna", sic!), il cui amputamento (che auguriamo a chi lo esegue o lo fa eseguire) è, sulle conifere, un atto incosciente ed iper deleterio. 
Non parliamo poi della macelleria arborea che avviene impunemente e malgrado le segnalazioni al Corpo Forestale nelle aree boscate private ! 
Non soltanto con la scienza si costruisce una civiltà, ma anche stigmatizzando i comportamenti più deviati e devianti ; comportamenti che in micro-cosmi negletti talvolta assurgono a livello di miope-necessità, ma che necessari non sono affatto agli occhi di chi sa guardare oltre, e lungimirare.
Ebbene, qualche giorno fa abbiamo denunciato l'ecocidio di un querceto a Cesine. Quando l'abbiamo scoperto, stavamo trasecolando : c'era un carrello con tanti tronchi tagliati di fresco, fumanti ancora vapori di linfa ...




Quel carrello ha fatto per più di trenta volte, carico di tronchi dal profumo indescrivibile, un lungo tragitto dalla campagna di Cesine a San Giovanni, nella masseria dell' "imprenditore agricolo" responsabile dell'abbattimento illegale, senza che nessuna autorità preposta e allertata, fermasse l'eccidio di quelle creature maestose e indifese. 
alberi sani, solidi, belli, forti e generosi di verde e di frescura ! Nido di una miriade di altre forme di vita, ristoro di anime belle e assetate di bellezza, un ecosistema meraviglioso, un microcosmo nel cosmo.
Contro cui -nella più inammissibile impunità- ominidi indegni del creato e che nella loro vuotezza esistenziale non sanno cosa è la Bellezza e forse neppure la Vita, hanno alzato la vile moto-sega (aiutati forse da agronomi indegni di fregiarsi di tale titolo). 
No, agronomi no. Taglia legna, semmai o meglio, “mercenari ammazza-alberi al soldo”. Che non sapranno mai che la natura nobilita l'uomo al di sopra e più di ogni effimera ricchezza materiale!

E dulcis in fundo, sapete cosa ho scoperto nel..bosco ?
Un pozzo nero, una fognatura o fossa settica abusiva ! Nel bosco !
Queste sono le infrastrutture (viabilità, rete fognaria etc.) del pedestre e scellerato piano p.i.p. in zona Cesine di San Giorgio del Sannio.
Consumo di suolo e deturpamento del paesaggio immolati all'altare immondo della speculazione e del malaffare. Basta ! 



Fognatura (nel bosco) della Ditta Immobiliare Sannita s.r.l. di Antonio BARLETTA


Lo scempio criminale in forma dinamica.


In realtà ai più sfugge la concomitante e parallela macelleria dei diritti soggettivi assoluti come la proprietà che si è accompagnata allo scempio paesaggistico e ambientale:
un disegno criminoso fatto di USURPAZIONI di beni comuni e, addirittura, di intestazioni fittizie e illecite di beni immobili altrui da parte dei beneventani F.lli Barletta e della loro famelica quanto disonesta Immobiliare Sannita s.r.l..
Con la connivenza delle Istituzioni, con la complicità di altri  "prenditori" che da Latina si sono precipitati a San Giorgio del Sannio ritenendo oltremodo appetibile il commercio dei suoli perpetrato dal Comune con la inqualificabile lottizzazione P.i.p. di contrada Cesine, con l'insediamento di devastanti capannoni spesso abusivi e non a norma, senza la benchè minima "valutazione di impatto ambientale".

Attendiamo ancora giustizia ed un serio ripristino dello stato di fatto e di diritto quale era anteriormente alle illecite devastazioni.


Con la schiena dritta e a testa alta. Sempre.

Rosanna Carpentieri


Si veda anche: 
http://youtu.be/s-UuOaOiNkg
http://www.corrieredelsannio.it/2012/10/14/san-giorgio-del-sannio-incendio-capannone-barletta-rinviati-a-giudizio/comment-page-1/#comment-30603
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2011/12/zona-asi-a-san-giorgio-benevento-troppe-ombre-che-si-allungano-sullarea-verde-a-vocazione-rurale/

Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...