domenica 10 novembre 2013

Il reddito di cittadinanza e la struttura clientelare del potere italiota

La prospettiva di un reddito di cittadinanza o minimo che peraltro esiste in tutto il continente, è qualcosa che si scontra direttamente con la struttura del potere italico, con la peculiarità del Sistema Italia.
In Italia  si è sempre cercato di sostituire i diritti con privilegi ad personam o di categoria, il welfare è stato sempre connotato da un forte familismo amorale ed  interpretato come una sorta di voto di scambio e proprio per questo è rimasto gracile, soffocato dalle elargizioni di posti e prebende, di “favori” e aiutini sotto molteplici forme. 
Un welfare clientelare e illegale.
Il sistema politico italiano da molti decenni e forse da sempre è stato orientato a trattare con clientes piuttosto che con cittadini, costruendo proprio su questo un patto sociale anomalo, ambiguo e fonte di corruzione e malaffare.
Sono tutti contrari al reddito di cittadinanza, ricorrendo all'argomento tanto sbrigativo quanto scorretto della mancanza di copertura finanziaria.
(Persino i sindacati sono fortemente contrari temendo di perdere presa nel mondo del lavoro, soprattutto quelli che sono a libro paga dei padroni !!!)
L'argomento è palesemente falso: l’esperienza fatta dal dopoguerra dimostra che i redditi di cittadinanza o i redditi minimi , finiscono tutti in consumi di base e quindi  tornano al 70% nelle casse dello stato sotto forma di imposte indirette (iva per esempio), tassazioni dirette dovute all’aumento delle attività economiche e minori spese di assistenza. 
E per altro, come è stato recentemente dimostrato (qui un articolo molto tecnico per i curiosi)  , determinano un aumento dell’occupazione e non la sua diminuzione, come superficialmente si potrebbe credere e come fanno credere i media. 

Dunque, chi ha paura del reddito di cittadinanza ?
Ma è ovvio: i sindacati, i partiti, il potere politico italiani.
Tutti coloro che hanno paura di perdere i "clientes", tutti coloro che hanno paura della emancipazione dei cittadini e li vogliono sudditi paganti.
Temono la "basic income" che affrancherebbe dalla schiavitù, dalla sudditanza, dal ricatto occupazionale e non, dalla prostituzione morale, quel reddito di base che spezzerebbe il circuito perverso della corruttela e molto altro ancora.
Darebbe per esempio un senso al diritto alla uguaglianza di cui alla Carta Fondamentale.

Avevamo colto nel segno ben due anni fa lanciando questa petizione

REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA CONTRO CLIENTELISMO 

E CORRUZIONE 

"Intendiamo per reddito di cittadinanza non quel sussidio o quella elemosina fatta una tantum e a tempo determinato in condizioni di disagio economico, di cui alla fallimentare sperimentazione in Campania con Bassolino, ma quel diritto inalienabile e universale alla sopravvivenza e alla sussistenza discendente dall'appartenenza ad uno stato di diritto, che deve garantire ipso iure a tutti i suoi consociati il diritto sostanziale a forme di esistenza libere e dignitose, prima e a prescindere dalla scelta lavorativa, diritto che che può essere esercitato solo con un reddito minimo di cittadinanza: una forma di reddito connaturata alla nascita, svincolata dal meccanismo perverso, oggi più che mai, del lavoro, legato alla contingenza.
Condizioni di base egalitarie per tutti per una esistenza libera e dignitosa sono un diritto, NON UN FAVORE !
Diciamo basta alla corruzione, al clientelismo, alla mercificazione. Il reddito statale garantito dovrebbe operare in controtendenza rispetto all'attuale e non più sostenibile in Italia sistema clientelare che crea solo una finta solidarietà tra singoli, con costi non immediatamente percepibili ma che di fatto ricadono su tutta la collettività, il sistema della ricerca di una posizione lavorativa individuale e per raccomandazioni. 
Un sistema cioè che esclude molti e include pochi, e quelli che esclude o decidono di “conformarsi”, oppure smettono di lottare e accettano di essere sfruttati, sottopagati, a volte semplicemente ignorati. 
Ciò rappresenta il primo elemento di svolta e di cambiamento verso un modello basato sulla libertà di scelta e sul diritto.
Non solo. L’indipendenza dal potere dei politici di turno è un passo importante per la libertà, non solo e non tanto economica, è fondamentale per l’affrancamento dal clientelismo, rinvigorisce la capacità di scelta e sprona a non affidarsi per non accontentarsi.
Il reddito minimo garantito o basic income è un sussidio generale, universale che spetta cioè a tutti, che non presuppone richieste, raccomandazioni e favori, e soprattutto nessun tipo di “gratitudine”, né di sottomissione agli speculatori del bisogno.

Il reddito di cittadinanza è una questione di principio in uno stato di diritto ed una questione di vita e di libertà !"


Due gli argomenti di chi LO TEME: mancanza di copertura finanziaria e parassitismo. 
Quest'ultima veduta è anche diffusa tra la gente italica. Invidia sociale?
Leggo solo baggianate: "I giovani che vivono in famiglia non devono averne diritto. ", "è utopistico adesso"(e in Europa e nel resto del continente è utopia? n.d.r.),"premio per i poveri di buona condotta",,"Panem et circenses…  un’altra forma di controllo","la legge sui poveri, di orribile memoria per i lavoratori, usata nell’Inghilterra della fine del ’700 e l’inizio dell”800 per aumentare il reddito da capitale e ridurre i diritti e condizionare i lavoratori" etc.etc.
La verità è sottolineata bene da chi fa notare che malgrado le apparenze, non ci sarà reddito di cittadinanza senza sovranità monetaria.
Ne prendano atto anche il grillo nazionale e le masse al seguito.
"Un reddito di cittadinanza utile, umano, dignitoso non si può raggiungere sotto le ali distruttive della UE e degli Stati Uniti perché solo la sovranità monetaria (capacità di battere moneta) e la restaurazione dei dazi doganali in funzione antiglobalizzazione permettono misure drastiche di supporto ed eliminazione della povertà e la riattivazione dell’economia della produzione. Finché vivremo per rendere felici gli esportatori, renderemo infelici i cittadini. Solo quando daremo di nuovo spazio ai produttori italiani e li proteggeremo dalle importazioni a buon mercato riattiveremo l’economia nazionale e renderemo possibile un autentico reddito di cittadinanza che adempia alle funzioni per le quali il concetto è nato."

Rosanna Carpentieri

Nota:
Durante la campagna elettorale 2013 i partiti della cosiddetta sinistra, e persino parti del PD, raccolsero firme sulla proposta di introdurre il Reddito Minimo Garantito, sulla scorta dei provvedimenti già adottati dagli altri paesi europei (Grecia e Italia a parte). 
Ma era solo una operazione di immagine, tant’è che dopo la presentazione di due progetti di legge, uno PD e uno SEL, entrati nel cassetti in cui dormono altre decine di migliaia di progetti, nessun dirigente di tali partiti, parlamentare o loro politico/giornalista, o conduttore/ospite fisso di Talk Show e rubriche giornalistiche, ne ha mai più parlato.
I 5 Stelle hanno ora presentato una  proposta per l’introduzione del Reddito di Cittadinanza, comprensiva delle necessarie coperture finanziarie , ma in realtà non si tratta di un reddito di cittadinanza, in realtà è anch’esso un reddito minimo garantito; "un reddito di cittadinanza di 600 euro al mese per tutti coloro che siano disponibili a lavorare e un’integrazione al reddito fino a 600 euro per le pensioni e le indennità di importo inferiore".


Reddito Minimo Garantito e Reddito di Cittadinanza sono due cose ignorate dai più e quindi ritenute uguali, ma la loro differenza è enorme: il primo, per quanto animato da  valori di solidarietà e/o carità cristiana, è assistenziale; mentre il secondo è fondamentale pilastro di dignità e integrazione sociale.
Noi siamo per il secondo.

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