sabato 28 dicembre 2013

Il Ne Bis in Idem del p.m. Antonio CLEMENTE

Tutti conoscono il dott.Antonio Clemente per essere passato alla storia del porto delle nebbie beneventano (alias, Tribunale) come il paladino della legalità e dell'uguaglianza della legge anche per i potentati locali, come Mastella, Zamparini etc. Eppure, molte vicende arrivate al suo esame non sono state vagliate con attenzione almeno media, piuttosto con superficialità, come le carte dimostrano e di cui volenti o nolenti abbiamo dovuto solo prendere atto.Non è interessata al dott. Clemente neppure una corposa denuncia temporalmente datata post maxi incendio Barletta del 2009 ma non riguardante l'evento incendiario.La formula con cui il grande magistrato se ne uscì fu che alcuni fatti erano già stati sottoposti all'attenzione dei colleghi (Iannella e Cusani) tra cui il primo - udite, udite- aveva scomodato in fase di richiesta di archiviazione il brocardo della legittima difesa a favore del clan in nome del diritto di proprietà e di passaggio: VIM VI REPELLERE LICET.Non fu tenuta in considerazione l'opposizione alla richiesta di archiviazione inndirizzata al GIP Cusani e al Procuratore Capo dot.Maddalena.
Poi, lo stesso Antonio Clemente ha detto ma sciattamente senza puntualizzare nel contesto in esame:"nel nostro ordinamento vige la prescrizione" . E poi: trattasi di abusi edilizi da parte della Immobiliare Sannita s.r.l.(alias, Barletta) contro i quali era emessa, in fase di indagini, ordinanza di demolizione ad opera dell'arch.FUSCO dell'UTC di San Giorgio del Sannio,ORDINANZA "CHE SI IGNORA SIA STATA ESEGUITA".
N.B.All'UTC e all'Ufficio Tributi del Comune era stato denunciato l'abuso ed altri reati quali l'usurpazione e il falso ideologico in atti pubblici di compravendita immobiliare sin dal 06 aprile 2009 con prot. comunale n.8140.
Quanta solerzia, non c'è che dire. Risultati ictu oculi molto interessanti per un'audizione della giustizia rappresentata nel caso in esame dal dott. Clemente. Da restar basiti. Perchè forse per ottenere pronunciamenti più obiettivi e consoni alla vicenda de qua, avremmo dovuto fare "Mastella" di cognome. (?)
Non si tratta di Kafka e della lotta contro la burocrazia giudiziaria,come i non addetti potrebbero pensare a cospetto dei chierici. Questa chiave di lettura è tanto banale quanto macroscopicamente SBAGLIATA !
Il meglio però il pm Clementelo ha espresso invocando il ne bis in idem:"premesso che il pm Iannella ha richiesto e OTTENUTO l'archiviazione, al promuovimento dell'azione penale osterebbe il principio del NE BIS IN IDEM"!!!!!

Pensate: Clemente invoca - IN FASE DI INDAGINI -, (motivandone la chiusura con la scadenza del termine e la RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE) il "ne bis in idem" .Ciò è qualcosa che non esiste nel nostro ordinamento giuridico: occorre una sentenza passata in giudicato ! Il collega Iannella ha invocato invece per dare sfoggio alla cultura e alla civiltà giuridica di cui si fa portavoce in nome del popolo italiano il Vim vi repellere licet; Ovvero e in soldoni: Barletta è legittimato a difendersi usando violenza(su cose e persone) dalla violenza.(che subirebbe).Violenza di chi ? Della sottoscritta! La cui unica pretesa è che le cc.dd.autorità facciano osservare a tutti (erga omnes) un'ordinanza contingibile e urgente di loro diretta emanazione. Risultato? L'abuso edilizio (il capannone fatto passare in atti comunali e catastali come tettoia....sic!) è ancora lì, non è stato demolito!
Notate bene: il porto delle nebbie se non fa giustizia, fa almeno "squola" !

P.S. Prossimamente,faremo uscire dalle grette stanze del palazzo di giustizia beneventano e dei malloppi cartacei, che gli operatori di giustizia neppure leggono...anche la singolare richiesta di archiviazione del collega di Clemente, il pm Iannella, la opposizione della persona offesa alla richiesta di archiviazione di costui, altre interessanti amnesie del paladino della giustizia Antonio Clemente e di altri suoi colleghi.

Cosa significa che "i grumi di malaffare" espellono Clemente da BN ? 
Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del
-Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
-Comitato spontaneo contro la malagiustizia beneventana *

* Si è costituito sul social network facebook in data 28 dicembre 2013 con le seguenti motivazioni e finalità:

"Siamo tutte persone che hanno avuto ed hanno tuttora una fiducia ostinata nella giustizia, ma non possono più negare l'inefficienza e la degenerazione di quella amministrata dal Tribunale di Benevento, non a caso definito "porto delle nebbie".
https://www.facebook.com/notes/rosanna-carpentieri/senza-il-controllo-giudiziario-nulla-può-funzionare-è-questa-la-vera-urgenza-ma-/10151860921149501

https://www.facebook.com/groups/118434574858049/?fref=ts

NON ABBIAMO PIU' MITI.

I partecipanti sono invitati a esporre e documentare le proprie vicende di malagiustizia facendo nomi e cognomi dei giudici, dei consulenti, dei provvedimenti atipici ed abnormi degli operatori di giustizia, etc.; a denunciare le prassi devianti cui devono sottostare, a fare uscire allo scoperto, dalle grette stanze del palazzo la cui funzione è irrinunciabile e non altrimenti sostituibile, le perle, i fatti e i misfatti.
Sono troppe le lamentele che arrivano alla nostra redazione nella sezione "Osservatorio sulla giustizia beneventana" del nostro sito (altravocedelsannio.webnode.it/giustiziabeneventana ) per starcene inerti ad assistere o a subire il cilicio in prima persona.
Solo dall'analisi delle problematiche annose può derivare uno spiraglio di civiltà giuridica in atto, effettuale.
Il palazzo delle nebbie ci dovrà ascoltare, agiremo con ogni mezzo critico e lecito. Nessuna conquista civile e sociale si può raggiungere solo con le parole, servono i fatti e comportamenti, come atteggiamenti, quotidiani coerenti.
Dobbiamo sconfiggere la cultura della nebbia, dell'omertà e dell'indifferenza che rappresentano le fondamenta del sistema di potere anche giudiziario, purtroppo, fondato sulla clientela ed il ricatto. Per questo occorre fare form-azione e inform-azione, serve fare inchieste, raccogliere segnalazioni e denunciare.Si tratta di  permettere a ciascuno di prendere coscienza della propria realtà, dei propri diritti e della propria condizione e divenire pienamente un cittadino libero, tutelato dallo Stato nell'esercizio della sua funzione ad altri non delegabile in uno stato di diritto:quella giurisdizionale, seondo i principi di diritto ad un processo celere, all'uguaglianza effettiva dinanzi alla legge, alla effettiva terzietà e imparzialità del giudice rispetto 

alle parti e alla controversia."

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