mercoledì 30 aprile 2014

Amianto alle ex Poste di San Giorgio del Sannio. Il dossier su agoravox

Demolizione delle poste a San Giorgio del Sannio: emergenza amianto


Sicuramente, se guardate questa foto vi sembrerà di vedere l'ufficio postale di San Giorgio del Sannio. Invece è uno del tutto simile che si trova però a Pisa. Ciò che li accomuna è la presenza di amianto.
Sono almeno 14, su un totale dei 125 presenti solo in provincia di Pisa, figurarsi nel resto d'Italia... come fa il Comune di San Giorgio del Sannio a sostenere di non sapere?
Sono edifici costruiti da Italposte tra il 1970 ed il 1985. Sono dotati di vetri antifurto e aria condizionata, e sono stati considerati per molti anni il fiore all'occhiello del sistema di distribuzione di Poste S.p.a.
Almeno fin quando non si è scoperto che per la loro costruzione si era utilizzato amianto.
Esso è presente soprattutto nei pannelli perimetrali interni o divisori e nei pannelli portanti esterni,proprio quelli che assieme al tetto sono stranamente "sfuggiti" alle indagini dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania nel 2004 per l'edificio di San Giorgio del Sannio, sito in via Alcide De Gasperi.
Strutture quelle delle Poste, solo relativamente sicure. "Almeno fin quando, per qualche motivo, qualcuno non le danneggia" o non decide di demolirle senza preventivamente bonificarle come è successo a San Giorgio del Sannio, dove il Comune ne ha intrapreso la demolizione ex abrupto, senza la preventiva bonifica della struttura da parte di una ditta specializzata ed anzi, figurarsi, senza neppure allestire un cantiere degno di questo nome e con la cartellonistica obbligatoria per legge(ente committente, appalto, ditta esecutrice dei lavori, importo dei lavori, data inizio e fine lavori etc.)!
 
In quel caso (sollecitazioni, danneggiamenti, furti o scasso ma anche banali perforazioni con chiodi o lavori di manutenzione) quelle strutture diventano pericolosissime! 
L'amianto è fuorilegge dal 1992. Ma il picco delle patologie collegate alla sua inalazione non è stato ancora raggiunto. È anche per tenere desta l'attenzione verso questo problema che la Federazione dei lavoratori delle Poste (Flp) ha aderito al coordinamento di sigle sindacali, nata in seno alla Cisl e sostenuta dal patronato Inas della Toscana e di Pisa per difendere i diritti di quei lavoratori che sono stati esposti, per almeno dieci anni, alle polveri di amianto.
Nulla di straordinario dunque se anche a San Giorgio alcuni lavoratori di Poste sembrano aver beneficiato del prepensionamento proprio per esposizione all'amianto!
L'anomalia non è tutto ciò ma l'amministrazione comunale sangiorgese.
E' notorio che all'interno di tutta questa tipologia di fabbricati (diffusa su tutto il territorio nazionale), ove mai non siano ancora stati dismessi da Poste Italiane, è possibile imbattersi in cartelli indicanti "pericolo amianto", l'adozione di un codice comportamentale sull’uso di particolari cautele nell’ambiente di lavoro e inviti precauzionali a lesionare il meno possibile le pareti dell'edificio, evitando perforazioni e sbriciolamenti perché tutto dipende dalla probabilità del danneggiamento del materiale estremamente friabile e dispesibile nell'aria e nei polmoni.
Eppure il Comune di San Giorgio del Sannio nulla sapeva ed ha intrapreso alla chetichella una criminosa e devastante demolizione dell'edificio, fregandosene altamente della salute dei cittadini e pretendendo addirittura che la gente creda alla versione della disinformazione e dell'ignoranza dell'Ente, acquirente e proprietario dell'immobile di Poste s.p.a. dal lontano ottobre 2004, o meglio alla versione dell'inadempimento di ASL ed ARPAC nel comunicare al Comune i risultati delle analisi positive per la presenza di amianto serpentino o crisotilo!
Che senso avrebbe apporre ora questo cartello ?
È comunque inutile che io stia qui ad enunciare tutto il quadro legislativo di riferimento, la pericolosità e le patologie che l’amianto provoca.
E' imprescindibile invece che la Magistratura di Benevento intervenga quanto prima per assicurare alla giustizia i responsabili del disastro ambientale a San Giorgio del Sannio e per intraprendere azioni conseguenti al ruolo di responsabile della sanità sul territorio che compete al sindaco!

Oltre ogni inverosimile "scusa", il Comune di San Giorgio del Sannio ha rilasciato a Poste Italiane s.p.a. la concessione edilizia e, quale detentore della pratica edilizia completa SA di quali materiali è costituito il manufatto, prima di ogni altro Ente (a.s.l.,,arpac etc.etc.) !
E' per secretare maldestramente questa elementare evidenza che l'Ufficio Tecnico non ci rilascia ancora la documentazione richiesta ai sensi della L.241/90 e del D.Lgs.195/2005 ?
Gli atti pubblici devono essere accessibili e trasparenti soprattutto quando è in gioco la salute pubblica! La demolizione dell'edificio è stato un atto criminoso di dispersione di asbesto e di attentato alla salute pubblica.
Ora vorrebbero che i cittadini non si mobilitino neppure!?
Vorrebbero in buona sostanza che l’Amministrazione Comunale ed il Sindaco in prima persona non sia ritenuto responsabile del territorio e quindi della salute dei cittadini e che la responsabilità, in questo ambito, non comporti, per chi ha il potere, di assumere il principio di precauzione come riferimento operativo!
Assurdo! Non permettiamo che facciano carte false per tranquillizzarci artatamente e farci credere che il pericolo non c'è!
Nulla in questa assurda vicenda in cui l'amministrazione comunale ha operato senza strumenti, mezzi e organizzazione adeguati alla protezione della salute dei cittadini, potrà tacitarci perché: l'unica fibra di amianto innocua è quella che non respiriamo!


Amianto a San Giorgio al Sannio: secondo la magistratura non ci sono responsabili


Abbiamo già parlato della dispersione-inalazione di amianto causata dalla demolizione ad opera del Comune di San Giorgio del Sannio, dieci anni dopo essere divenuto proprietario della struttura, di un edificio dismesso di Italposte s.p.a. Ora, vogliamo mettervi al corrente dello sconvolgente epilogo giudiziario della grave vicenda.
In buona sostanza, la magistratura ha creduto alle inverosimili fandonie del sindaco, lasciando un disastro ambientale privo giuridicamente di responsabili.
Il sindaco in Consiglio Comunale attacca l'ASL e le Poste Italiane annunciando querele: sapevano della presenza di crisotilo. Il Comune-proprietario da aprile (delibera)-ottobre(rogito) del 2004 no, nonostante fosse al corrente delle ragioni della dismissione dell'ufficio nel lontano 1997. E poi che dire? Il crisotilo secondo Ricci non è amianto, ma una sottospecie non pericolosa di amianto!
Nel video sotto, quanto intrapreso dal Comune il 22 settembre, nel cuore del paese:
Com'è possibile che si sia avviata così incautamente, per giunta da parte di un soggetto pubblico, la demolizione di un edificio contenente amianto? Il sindaco di San Giorgio del Sannio, Claudio Ricci, ha annunciato in consiglio comunale la possibilità di adire le vie legali contro Asl e Poste Italiane S.p.A., colpevoli di omissione: l'Asl non avrebbe comunicato al Comune le analisi effettuate nel 2004 ma solo quelle del 2002 in cui non si erano registrate presenze asbestine, e così l'Arpac.
Le avrebbe invece rese note alle Poste Italiane che,al momento della vendita dell'edificio al Comune il 20 ottobre del 2004, dimenticavano di avvertire l'acquirente (forse un po' pollo) che la merce poteva essere velenosa. Questa è la versione del Comune, che chiama in causa la leggerezza dell'azienda sanitaria locale e un silenzio quasi truffaldino delle Poste Italiane. L'Asl e le Poste devono pagare i costi di rimozione dell'amianto e risarcire la comunità sangiorgese? Perché il Comune latita nell'intraprendere avverso Poste ASL e Arpac le preannunciate azioni legali? Dice l'assessore all'urbanistica Barricella: anche i residenti vicini son stati avvertiti della rimozione dello stabile. E con ciò? Cosa avrebbero dovuto fare i cittadini contro le polveri di amianto? Non respirare?
Ma veniamo all'epilogo giudiziario.
Se il Comune ha incredibilmente sostenuto di non sapere che vi erano parti di cemento-amianto nella struttura demolita delle Poste, la Magistratura ha incredibilmente archiviato ben due denunce del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, omettendo alla coordinatrice-denunciante persino l'avviso di richiesta di archiviazione formulato in denuncia per potersi attivamente opporre alle valutazioni del PM. 
Le motivazioni? La denuncia è infondata perchè "nessuna responsabilità è configurabile in capo al Comune in quanto non vi sono elementi per ritenere che la presenza di amianto nella struttura fosse nota al proprietario". E ancora: "Non vi sono motivi per ritenere che in sede di acquisto dell'immobile da parte del Comune, l'Ente fu reso edotto della circostanza rappresentata nella relazione dell'ARPAC che segnalava la presenza di amianto nella pensilina lato esterno ingresso al pubblico! 
Chi sono i Pubblici Ministeri ? Il dott. Antonio Clemente prima, la dott.ssa Giammarino poi.Il G.i.p.? Il dott. Cusani. Chiediamo ai magistrati: Il trascinamento dei pezzi in fibrocemento dall'ingresso della pensilina verso l'esterno (con conseguente dispersione e inalazione di amianto) non sono conseguenza della dissennata demolizione dell'edificio effettuata dal Comune? Secondo il Comune e i suoi ingenui puttini cascati dalle nuvole, perchè Italposte dismise nel lontano 1997 il fabbricato non utilizzandolo più come ufficio postale? Dove sono le azioni risarcitorie di rivalsa verso Italposte s.p.a. preannunciate dal sindaco Ricci in Consiglio Comunale? 
Questo modus agendi superficiale e senza il rispetto elementare del principio di precauzionemodus agendi avallato - ahi noi - dalla magistratura beneventana, tutela o aggredisce il prioritario e preminente diritto alla salute e alla salubrità dell'ambiente?
Perchè l'Ente ha acquistato quel catorcio in amianto al solo scopo di demolirlo? Per quest'ultima domanda aspettiamo risposte dalla Corte dei Conti competente che dovrà pronunciarsi anche sull'inverosimile indebitamento dell'Ente, a spese di tutti i cittadini, per allestire sul sito contaminato dei giardinetti per bambini ed anziani.
Benevento sembra essere l'unica città in cui la sacrosanta "via giudiziaria" non sembra percorribile per sgamare il malaffare sangiorgese, inchiodare gli amministratori del feudo alle proprie responsabilità, avere la tutela minima dei propri diritti. Come mai?
Lo scopriremo.

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