martedì 8 aprile 2014

Decapitazione di tigli secolari a San Giorgio del Sannio. Il Corpo Forestale dello Stato è intervenuto ?

Il Comune decide l'indebitamento per creare una "villa comunale per gnomi" di 700 mq su un sito contaminato dalla demolizione di un manufatto ex Poste contenente amianto (in precedenza acquisito al patrimonio dell'ente a titolo oneroso)  e poi decide - con pari arbitrio - la mutilazione dei tigli secolari di due strade!


Abbiamo la follia al potere a San Giorgio del Sannio !

Senza alcuna motivazione (se non quella verosimile di qualche scambio di favori !) si è decretata la decapitazione di alberi sanissimi e secolari, fondamentali per la salute pubblica per l'azione anti inquinamento che naturalmente svolgono sul viale Spinelli e Via dei Sanniti altamente congestionate dal traffico cittadino,in un paese soffocato dallo smog e dal cemento e, soprattutto, che ha standard di verde pro-capite molto al di sotto delle medie nazionali ed europee.
Questo modus operandi inoltre è illegale in quanto in assoluto contrasto con la legge n.10/2013 nota per la salvaguardia degli alberi monumentali che promuove non solo la tutela del verde urbano esistente ma anche il suo INCREMENTO a carico dei Comuni.
Per quanto sopra rappresentato il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia chiede l'intervento urgente della Forestale e della Regione sia per perseguire l'illecito capitozzamento, oltre tutto in epoca primaverile, sia in ordine all'urgenza di applicare la legge n.13 del 2013 alle due alberate storiche sangiorgesi.

(Ci saremmo aspettati anche l'intervento del Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio ma non vi è stato !)

http://altravocedelsannio.blogspot.com/2014/03/mattanza-di-tigli-secolari-san-giorgio.html

La coordinatrice - Rosanna Carpentieri

5 commenti:

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Non capiscono nulla di estetica e fisiologia degli alberi, e si permettono simili taglialegna di violentare tigli storici a quel modo? Mi vergogno dell'amministrazione in carica! E' in totale malafede !

Giuliana

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Un Viale e via dei Sanniti massacrati, di cui non resta più nulla del passato ombroso e romantico.
Un intervento devastante , che ha affamato quasi un centinaio di piante e le ha condannate a sofferenza e deformità, se non, addirittura, a morte certa.
Irrimediabilmente compromesso uno viale centenario che proprio nei tigli aveva la sua bellezza; ora sì, bisognerà monitorare
costantemente; infatti, tali tagli indiscriminati annientano la pianta e la sfiniscono esponendola, anche a
distanza di tempo, alla penetrazione di funghi cariogeni che demoliscono le fibre legnose dell’albero, causando
marciumi e cavità che colpiranno anche l’incastellatura della pianta e che determineranno pericolose conseguenze sul piano della stabilità strutturale della pianta stessa. La chioma, che eventualmente si
riformerà dopo il capitozzo, sarà costituita da una miriade di rami epicormici, sintomo di profondo stress della pianta e non di vigore, come erroneamente affermato da chi si improvvisa esperto di piante.
Questi rami saranno molto meno saldamente attaccati al fusto di quelli originari e, soprattutto a seguito di forti venti, branche, anche di notevoli dimensioni, potranno scosciarsi e schiantarsi al suolo in qualsiasi
momento, mettendo così a rischio l’incolumità dei cittadini.

Intendiamo andare a fondo della vicenda individuando, oltre ai responsabili, le loro presunte motivazioni e i costi che gravano su tutti i cittadini.
Questi massacri perpetrati a danno di organismi viventi costituiscono
un vulnus al bene collettivo.
Rosanna Carpentieri

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Un intervento assolutamente irrazionale se non avesse l'unica plausibile giustificazione nel "dio danaro" e nello "scambio di favori".Il corpo forestale dello Stato indaghi ...chi si è appropriato della legna? A quale incompetente taglialegna è stato dato l'incarico di scempiare i tigli ?

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Sono d'accordo con il cittadino che prima ha commentato.In molti casi di violenza e stupro al verde pubblico il movente della "malafede" è fondamentale.Non ci sono per es. altre ragionevoli giustificazioni alla cd. capitozzatura dei nostri tigli che indebolisce, anzichè rinforzare piante già sanissime di per sè e per giunta effettuata in periodo di ripresa vegetativa.E per questi interventi inutili e deleteri, dannosi per le piante e per l’ambiente, fatti passare sotto l’eufemismo di “manutenzione del verde”, si trovano anche i soldi. Qual è la contropartita ?
Segnaleremo mediante articolato esposto anche questa malefatta dell'amministrazione Ricci alla Corte dei Conti competente !

Rosanna Carpentieri

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Esistono leggi, codici, regolamenti che sanciscono la tutela degli alberi, ma nonostante quest’affollata normativa, si continua ad abbattere, impunemente, alberi con caratteristiche d’indubbio valore culturale, paesaggistico, botanico. Le ragioni di ciò vanno riscontrate nell’assoluta mancanza di una chiara e precisa normativa giuridica in grado di definire in modo puntuale che cosa è un albero, come e perché deve essere tutelato.

Lo stesso “ Albero Monumentale” definito e individuato con precisi criteri scientifici da leggi Nazionali e Regionali il più delle volte non è tutelato. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs n.42/2004) modificato dal Dlgs n.63/2008, che definisce gli alberi monumentali come “ beni di notevole interesse pubblico” e quindi da tutelare in modo assoluto al pari dei beni archeologici o monumentali, fino ad oggi non è stato in grado di svolgere un adeguato ruolo di tutela.

A tale riguardo c’è da chiedersi:

Le Commissioni provinciali istituite dalle Regioni e dalle Provincie Autonome hanno effettuato il censimento degli alberi monumentali di pregio scientifico-naturalistico, storico-culturale e paesaggistico, come richiesto?
Sono stati organizzati incontri con il pubblico e con i proprietari dei beni?
Quante dichiarazioni ufficiali riguardanti gli alberi monumentali di notevole interesse pubblico sono state approvate dalle Regioni?
Quante Regioni sono state sostituite dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali per le loro inadempienze?
Naturalmente durante tutto questo tempo di immobilismo, c’è chi non è stato fermo, abbattendo numerosi soggetti arborei che possedevano i requisiti di alberi monumentali, ma non censiti come tali.

La nuova legge n. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” divenuta esecutiva da circa 1 anno, pur presendando notevoli novità, non ha risolto il problema della tutela dell’albero perché bene d’interesse pubblico. Infatti, l’art. 7 definisce che la tutela degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, è demandato al censimento che i Comuni dovranno redigere, dopo che i vari Ministeri competenti avranno indicato i criteri per la sua redazione. Si tratta di un intricato processo che alimenta unicamente la burocrazia senza stabilire i tempi né tantomeno provvedimenti per gli inadempienti. Per coloro i quali abbattono senza autorizzazione i soggetti arborei descritti, la legge prevede sanzioni elevate da un minimo di 5.000 euro a Max di 100.000 euro, ma nessun comune ha avviato il censimento richiesto dalla legge.

Lo stesso codice dei beni culturali, modificato nel 2008, prevede la punizione con la reclusione da 1 a 4 anni per quelli alberi dichiarati “ beni di notevole interesse pubblico” ma non esiste alcun elenco per tali alberi!

Ci troviamo di fronte a leggi nate con lo scopo di tutelare gli alberi ma che paradossalmente non sono in grado di farlo. Occorre una forte mobilitazione culturale capace di proteggere l’albero in quanto tale, come organismo vivente necessario per l’interesse pubblico.

Sono d’accordo con chi sostiene di tutelare dal punto di vista giuridico anche gli “alberi vetusti” indipendentemente da dove sono ubicati e che non necessariamente devono essere censiti come alberi monumentali, basterebbe una relazione del Comune a classificarli quali alberi d’interesse ambientale e trasmettere l’elenco di “alberi vetusti” alla Regione. In questo modo si potrebbe salvaguardare un patrimonio arboreo che ogni giorno è minacciato e allo stesso tempo sburocratizzare l’iter previsto dalle leggi approvate.

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