domenica 7 dicembre 2014

Rosanna Carpentieri: “Il procuratore Pignatone sia di esempio in tutte le Procure italiane e nel “porto delle nebbie” beneventano”

Da Info Sannio del 07 dicembre 2014

benevento giustizia

Il Comitato  Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia di San Giorgio del Sannio (BN) , attraverso la fondatrice e coordinatrice Rosanna Carpentieri, intende esprimere immensa gratitudine per il grande lavoro svolto dalla Procura della Capitale e dal suo Capo, il magistrato Dott. Giuseppe PIGNATONE, nonchè dagli uomini delle Forze dell’Ordine impegnati nell’operazione “Terra di mezzo”, che ha contribuito a fare luce su un sistema complesso di potere che era riuscito a stringere la città in una vera e propria morsa di malaffare politico-mafioso.
Era evidente da tempo che esisteva e aumentava a Roma la presenza inquietante della mafia, presenza sempre negata dai Sindaci e dai Presidenti della Regione Lazio. Certo non si poteva pensare che fosse riuscita a ottenere una così diffusa e trasversale “partecipazione” nelle amministrazioni pubbliche della Capitale e nel mondo politico delle “larghe intese”.
Situazioni non dissimili caratterizzano purtroppo anche altre città della Repubblica  come per es. Benevento e alcuni comuni della Provincia.
Ma, non a caso, il Tribunale di Benevento è noto a tutti come “porto delle nebbie”.
Anche qui, la legalità ed il suo categorico e coraggioso ripristino è una priorità, ancora più urgente dello sviluppo mancato.
Anche qui, purtroppo, s​ono tanti i “buchi neri” di molte operazioni urbanistiche, finanziarie, immobiliari, commerciali che devono essere portati alla luce dando la possibilità anche ad associazioni di cittadini di poter visionare gli atti senza dovere sottostare a continui intralci burocratici che impediscono trasparenza e partecipazione.
Siamo orgogliosi del Procuratore Capo, Giuseppe Pignatone che, a soli due anni dal suo arrivo a Roma, ha squarciato le  “nebbie” che offuscavano anche la Procura della Capitale.
Contestualmente auspichiamo che il suo coraggio costituisca incoraggiamento ed esempio per il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Benevento, affinchè insista nell’attività di indagine , di scioglimento dei “grumi di malaffare” e di arresto delle dinamiche dei poteri di fatto, oltre la legge.
Il comitato civico si è costituito anche come “Osservatorio sulla malagiustizia beneventana” e attraverso la sua attività di documentazione pubblica e denuncia, intende attuare il disegno voluto dalla Costituzione, secondo cui la Magistratura esercita la propria indefettibile e insostituibile funzione giurisdizionale ed attua il principio della obbligatorietà dell’azione penale in nome del popolo, cui spetta la sovranità ultima ed un potere in senso lato di “controllo”, contro la deriva castale e corporativistica della magistratura stessa.
Ci auguriamo che in ogni Procura della Repubblica, il ricorso alla magistratura con cui vengono sporte denunce e si materializzano istanze imperative di legalità, sia d’ora innanzi sempre proficuo, e non destinato ad arenarsi in prassi di “archiviazioni facili” supportate da opinabili e poco giuridiche motivazioni.
Quanto alla situazione beneventana, auspichiamo con forza che venga superato il cd.”autoctonato” della classe giudiziaria del tribunale sannita.
La coordinatrice
Rosanna Carpentieri

INFORMAZIONE SULLA "INFORMAZIONE":
Hanno pubblicato il nostro comunicato stampa:
Agorà News On Line che ha titolato:
ERA EVIDENTE DA TEMPO CHE ESISTEVA A ROMA LA PRESENZA INQUIETANTE DELLA MAFIA - Agorà News on Line

ERA EVIDENTE DA TEMPO CHE ESISTEVA A ROMA LA PRESENZA INQUIETANTE DELLA MAFIA



8 commenti:

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Scrive l'esimio dott.Paolo Ferraro:
L'occasione di questa prefazione analisi breve è un articolo fattoci pervenire, che pubblichiamo, di seguito, e che prima di alcune nostre "mere" "correzioni" e integrazioni era stupendo .......
“MAFIA-CAPITALE” è men che meno la ridicola pretesa di essere quella "NUOVA NORIMBERGA" (?!) partorita come slogan "imitato" in ambienti infiltrati della finta controinformazione e non è “CORRUTTOPOLI”: apre “solo" una porticina piccola piccola, nolente … , sul mondo di sopra coperto e sulle sue strategie in atto.

“MAFIA CAPITALE” è un mero frammentino di TANGENTOPOLI 2, consono ai livelli di degrado e specificità romani, ed anche sottoprodotto ultimo del ventennio inaugurato da Capaci, ma ha un ruolo fondamentale.
Elenchiamo le principali ragioni che sostengono tale lettura:

1. Nel 1991-1992 emerse un intero sistema di spartizioni e tangenti, corruttela e concussioni che vedevano anche pressata una certa imprenditoria e direttamente coinvolto un intero assetto istituzionale destinato ad essere sostituito. Da una parte, escluse le partecipazioni "rosse" dal cuore delle indagini, TANGENTOPOLI apriva la ascesa del “neo” apparato post comunista, preparato dalla seconda metà degli anni ottanta, fedele agli Stati Uniti e al mondo anglosassone, filo bancario e utilizzatore di moduli e coperture da neo strategie di scalata che ormai conosciamo; dall’altra parte la scesa in campo della P2 e di Berlusconi costituirono varianti non programmate ma alla fine sopportate, male, sol perchè rivelatesi utili per meglio preparare il terreno ed il degrado nazionale;

2. A differenza che in TANGENTOPOLI lo zampino di soggetti appartenenti ad apparati deviati, e la perenne ombra e presenza di servizi e coperture minori ma improvvisamente rimosse, rivelano che dietro lo scenario di MAFIA CAPITALE, metodi criminali tipici e un'autonoma organizzazione criminale, vi sono fattori in qualche modo guidati e monitorati, fino al recente colpo di spugna;
3. La partecipazione condivisa della componente politica ormai “ex di sinistra”, indica che coinvolgimenti e partecipazioni criminali individuali sono stati interrotti in una loro specifica trasversalità, ma risulta comunque dominante la matrice eversiva di criminalità romana a targhetta di destra, da sempre utilizzata da apparati e servizi, e maggioritaria o più importante per peso la componente di destra nelle attività passive di corruttela, il che contibuisce a rafforzare il quadro abbozzato sopra;
4. La bòtta assestata al crogiuolo criminale "alimentato" è perciò quasi "mortale" per gli apparati piduisti tradizionali e per la “destra” romana post piduista più massonico nazionale: tuttavia il disegno che ne esce resta meglio “delimitabile", come non lo fu per Tangentopoli;

5. L’esplosione della notizia sull’indagine, il bailamme giornalistico e alcuni tratti della gestione informativa pubblica della vicenda, indicano che MAFIA CAPITALE è anche una "risposta" e comunque un'azione condivisa a livelli alti. La conduzione diretta della indagine da parte dei ROS e dei vertici della guardia di finanza non consente altre conclusioni: vi è un intento ed una finalizzazione, non paragonabili però in alcun modo alla TANGENTOPOLI prodotta da Di Pietro e dal partito della magistratura delle strategie meno visibili e più coperte, di matrice atlantista;

6. Il sistema delle tangenti scoperto attinge ai finanziamenti pubblici e ai finanziamenti di settori “solidali” e di SERVIZI essenziali: finanziamenti redistribuiti a pioggia corruttizia e sottratti programmaticamente alla loro destinazione funzionale. La distruzione di questa cittadella criminale, "mondo di mezzo", era ed è quindi necessaria, per limiti di contesto, territoriali, di ambiente e per la palese "temporaneità" dell'accadimento "a tempo determinato" ;

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

7. Lo sfondo di favori altri e attività deviate coperte diverse, di ben altro spessore e riconducibili a tale realtà romana, è messo in chiaro scuro solo dalla migliore stampa, mentre il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone è stato ben attento a disegnare gravità criminale ma al contempo limiti e contorni dell'associazione per delinquere di stampo mafioso "MAFIA-CAPITALE".

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

TANGENTOPOLI si sviluppò sul e nel sangue di CAPACI, via D’AMELIO e dei quattro attentati terroristico eversivi del 1993. Sulle vicende nazionali vi era allora già la supervisione di un pericoloso apparato in ascesa, che si sovrapponeva anche al preesistente apparato condiviso, ma con TANGENTOPOLI vennero le riunioni su quella nave anglosassone alla fonda nel mare toscano; TANGENTOPOLI era "immersa" in una strategia di lungo periodo e TANGENTOPOLI nacque a MILANO;

9. MAFIA CAPITALE è al contempo un processo romano, della Procura di Roma, contitolare delle indagini nel pool persino il Giuseppe Cascini da noi pubblicamente collegato, anche per sua stessa ammissione, a Stefano Pesci, che è apparso legato a cordate ed attività coerenti con assetti eversivi internazionali e/o a basamento militar deviato nostrano;
10. Dal procedimento MAFIA CAPITALE vengono evocati e tracciati legami, rapporti e attività che lambiscono un livello più alto e coperto, che a sua volta porta dritto dritto al caso Marrazzo, ma anche al caso FINMECCANICA e ad altre sponde. Coinvolto è il nucleo di una speciale criminalità romana che tra Magliana, Garbatella e Primavalle ha storicamente assecondato condiviso e gestito alcuni obiettivi di attività deviate dei servizi.


Vi è quindi solo un pertugio o una porticina dovuta aprire, per necessità, che può spalancare un mondo di sopra coperto.
MAFIA CAPITALE arriva dopo quattro anni di grandediscovery e dopo prove in crescendo sulla esistenza di un apparato massonico deviato ed infiltrato in ben altri quartieri da quelli della MALA, cui pure sono richiesti favori ed attività criminali di supporto, forniti.
MAFIA CAPITALE non è "CORRUTTOPOLI" né è il processo sull’intreccio criminale tra poteri forti o sulle dinamiche e strategie criminali poste in essere in venti anni, che hanno corrotto tutto il sistema istituzionale su vari piani, in modo lucidamente orientato, devastato donne, bambini, magistrati per bene e non, e corrotto irretito e controllato a ben altri livelli uomini ed istituzioni, infiltrando con modalità nuove e più efficienti anche Chiesa, religioni, culture, esercito ed associazioni (da ONLUS a sportive, da sociali a cultural coperte) e altro.

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

In MAFIA CAPITALE e nelle sue potenziali diramazioni non compaiono la magistratura controllata, la psichiatria di apparato militare e civile asservita e talvolta quasi egemone, le elite militari deviate. Non compaiono le risorse messe a disposizione da vari organismi internazionali, né quei traffici di stupefacenti "funzionali", sui quali indaga la magistratura militare.

MAFIA CAPITALE quindi è, per quello che è, una porticina dovuta aprire, aperta, che si vorrebbe richiudere, anche per rilegittimare di risulta la Procura di Roma coinvolta negli (e talvolta vittima degli) intrighi degli ultimi ventitré anni. Potrebbe essere persino lo spunto per salvare il salvabile della componente deviata, almeno della quota di essa che non ha fatto direttamente quello di cui noi abbiamo fornito prove e dati inconfutabili. Ma può essere molto di più.


Da qualche parte ho letto sul web che questo procedimento nacque due anni prima da una “intuizione” di Pietro Saviotti, morto per infarto il 05 gennaio 2012, con il quale feci quattro o cinque chiacchierate ad hoc, tra il febbraio e l'aprile 2011.
La mia “intuizione" (quando gli analizzavo i paventati intrecci tra servizi, psichiatrie deviate, camorra e criminalità organizzata, mondo militare e CECCHIGNOLA, due particolari omicidi allora recenti, il fatto che nel processo Gladio intrecci militari e strumentazioni erano già parzialmente disegnati, gli parlavo del ruolo di Pesci e di Agnello Rossi e di Giovanni Ferrara, e del processo alla "falange nera massonica” campana, poi gestito a Milano da Armando Spataro) mi ha portato a subire e poi capire e ricostruire tutto quello che avete scoperto o state valutando, sino ad oggi, tramite me.

So solo che lui era un magistrato vero, come lo sono io, e lo era indipendentemente da quello che in parte fece e da come lo fece, e sol per questo era inviso ad una cordata criminale arrembante.
CORRUTTOPOLI, il processo sulla criminale infiltrazione e corruzione nel senso lato di tutte le istituzioni toccate dal golpe strisciante, deve ancora venire.
Come pure la resa dei conti con l'apparato deviato che ha tra l'altro snaturato una minima ma preziosa parte della magistratura italiana.

Una porticina piccola piccola aperta c’è, ed una cartina al tornasole anche, per cui sapremo tra breve se richiuderanno la porticina voluta/dovuta aprire per la "operazione il mondo di mezzo”, e che cosa porti ben oltre questa operazione.
Nel 2006 tutte le fattispecie di attentato alla personalità dello Stato furono modificate, divenuto non punibile il tentativo, ma solo il reato realizzato. (n.b. linguaggio non tecnico).
Il procedimento che dia conto in termini di responsabilità di reati finali ed effetti, ma anche di reati mezzo, strategie ed attività deviate su vari piani, sta lì, un pò oltre quella minuscola porticina che vorrebbero richiudere, per non essere tutti i responsabili di ben altro, coinvolti.

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Ecco l'articolo pervenuto da M.V. che molto più che volentieri pubblichiamo.

Ringrazio M.V. per il suo intelligente contributo aperto ad ogni approfondimento, articolo di ottima fattura. Mi sono permesso, e M.V. sopporta "stoicamente" "smoccolando talvolta", di apportare alcune correzioni formali ( perchè un articolo scritto così bene stonava con la mia prosa a volte pesantissima).

Ho anche, a peggiorare la situazione, aggiunto alcune chiose mie in rosso: M. perdonami ..



MORS TUA VITA MEA: I COLLETTI BIANCHI RIPULISCONO IL FONDALE DELLA PROPRIA CATTIVA COSCIENZA MA I PESCI PICCOLI NON CI BASTANO PIU'...

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Ed ecco piovere come la manna dal cielo l’inchiesta romana denominata “mafia capitale”.

Parallelamente, il "risveglio" del movimento 09 dicembre e simili, l’inneggiare ad una casta politica marcia e corrotta di ladri da mandare a casa (per metterci chi? I militari? Ricordiamo il Cile del 1973 e gli scioperi selvaggi che precedettero l’instaurazione del regime terrifico di Pinochet). Sullo sfondo, la politica economica di autodistruzione non dichiarata di Renzi, il patto del nazareno e altri, la perseguita disintegrazione dell'impianto democratico della Costituzione. Questi poli nella situazione attuale portano corrente di omologo voltaggio.
Parlando di mafia, non possiamo non far riferimento a Falcone e Borsellino. In particolare, a quello che è il testamento di Paolo Borsellino: l’ultimo suo intervento pubblico nell’incontro organizzato dalla rivista Micromega.

I giorni di Giuda. L'ultimo intervento di Paolo Borsellino

Sarebbe "naturale" trovare come protagonisti del discorso di Borsellino il sistema delle famiglie mafiose, i rispettivi capi, Totò Riina, gli esecutori della strage di Capaci ecc.. Invece "stranamente" Borsellino parla quasi esclusivamente di vicende romane inerenti la magistratura, il CSM in particolare e marginalmente dell’ambiente palermitano. Ce lo dice poi chiaramente: l’omicidio di Falcone è stato solamente l’epilogo eclatante di una distruzione iniziata nel 1988 e non da parte della mafia ma attuata da una parte della magistratura (e in particolare le maggioranze nel CSM che affossarono ripetutamente un eccellente magistrato...).

Oggi ne sappiamo di più grazie alle prove raccolte a partire dalla sua vicenda da Paolo Ferraro, altro magistrato di caratura certo non inferiore a Falcone e che condivideva di Falcone scelte, percorsi ed impegno ma nell’ambito di magistratura democratica e proprio nelle vicende romane dell'epoca, ricordate da Borsellino.

Oggi sappiamo anche quello che in quegli anni non era trapelato in concreto: la vera e propria guerra sotterranea condotta in particolare da una componente estremamente attrezzata e pericolosa, che godeva di una segretezza insospettabile, ed insospettabile agiva.

Nelle vicende rammentate da Borsellino, contro Falcone vi era anche un "giovane" Giuseppe Cascini, che a Paolo Ferraro, da sempre anche schierato con Falcone, aveva detto a inizio autunno 1991 chiaramente "tu sei uno ingombrante, vai tolto di mezzo", col tono sardonico di un anziano "capo-bastone".

Si, lo stesso Cascini oggi tra i delegati alla indagine nel pool sul “sistema mafioso” della capitale condotta da Pignatone.

Lo stesso Cascini che dichiarava nel marzo 2011, anzi ricordava (visto che parlava con Paolo Ferraro), “quello che ha fatto Stefano è quello che faccio io ... noi siamo la stessa cosa”, riferendosi a Stefano Pesci.

Oggi la cordata che ha scalato anche la magistratura romana (compresa una parte del CSM compresa) dall’interno, interamente portata allo scoperto è in seria difficoltà, e persino la componente di servizi ed elite militari deviate con l'appendice condivisa di massonerie parioline sono state smascherate. E soprattutto l'intera magistratura è stata avvisata e ne è non poco avveduta.

Non si tratta di un alveo, quello pubblicamente denunciato, totalmente estraneo ad un mondo nero ed infiltrato che promana anche da servizi e forze analoghe: a questa conclusione è agevole pervenire per logica e la forza della logica che promana dalle prove pubbliche che Paolo Ferraro ha fornito su attività certamente riconducibili ad ambienti ed ambiti organizzati e "strutturati".





Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

Sessanta secondi svelano attentamente valutati più di mille documenti
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Sessanta secondi svelano, attentamente valutati, più di mille documenti Nel Febbraio 2012, pervenne al Dott. Paolo Ferraro, tramite la segreteria telefonica installata presso il Server Omnitel Vodafone del cellulare di pertinenza, un messaggio audio del tutto particolare. Si trattava di una registrazione ambientale, traccia fonica sovrapposta ad una pregressa traccia in sottofondo di una telefonata della di lui madre, rimanendo riferita la registrazione al numero di … Continue reading →

L’ex Procuratore Ferrara, pensionato dopo breve transito ad incarichi ministeriali (il suo ruolo è stato sviscerato, prove alla mano su fatti ed avvenimenti, nelle vicende a monte), è stato nel settembre 2012 sostituito dal Procuratore Giuseppe Pignatone, un magistrato di ben altro livello.

Pignatone è lo stesso magistrato che risulterebbe però aver firmato la richiesta che apriva la "incredibile" procedura per affidamento di Paolo Ferraro ad amministrazione di sostegno... ( avvio della tentata morte civile ... ).

Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha detto...

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