mercoledì 4 febbraio 2015

A BENEVENTO L'ESECUZIONE FORZATA SEMBRA UN BUSINESS PER AVVOCATI FUORI LEGGE

A BENEVENTO L'ESECUZIONE FORZATA SEMBRA UN BUSINESS PER AVVOCATI FUORI LEGGE - Agorà News on Line
A Sassari hanno arrestato (finalmente!) per truffa aggravata e continuata oltre che infedele patrocinio un avvocato con studio legale anche ad Usini, previa sospensione dalla professione e successiva  radiazione dall'albo.
Una bazzecola, in fondo, rispetto alle storie allucinanti che si sentono nel porto delle nebbie beneventano dove studi legali spregiudicati possono contare-evidentemente- sul carattere "criminogeno" dei processi  dell'esecuzione, che si traducono in vere e proprie estorsioni sotto l'egida della legalità di facciata.
L’art. 474 , comma 1 c.p.c. prevede che l’esecuzione forzata può aver luogo solo se si è in possesso di un titolo esecutivo che abbia ad oggetto un diritto certo, liquido ed esigibile.Per certezza del diritto si deve intendere l’esistenza del titolo, per liquidità che il credito sia costituito da un ammontare determinato, oppure determinabile, infine, per esigibile non deve cioè essere sottoposto a termini o condizioni di alcun tipo.
Sono titoli esecutivi giudiziali “le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti a cui la legge attribuisce espressamente efficacia esecutiva” (comma 2, n.1, art. 474 c.p.c.). Si tratta delle sentenze di condanna passate in giudicato, delle sentenze di primo grado provvisoriamente esecutive e degli altri atti che la legge dichiara espressamente esecutivi come ad esempio i verbali di conciliazione, i decreti ingiuntivi, le licenze e gli sfratti convalidati, etc..
Il creditore, dunque, quando è in possesso di un titolo esecutivo può servirsene, attivando una procedura di esecuzione forzata. Ciò è possibile solo dopo che il titolo sia stato munito di formula esecutiva ex art. 475 c.p.c. Si dice che il titolo viene spedito in forma esecutiva quando il cancelliere, il notaio o altro pubblico ufficiale appone sull’originale o su una copia autentica del titolo la suddetta formula, la quale riporta l’intestazione “Repubblica Italiana – In nome della legge” e l’enunciazione prevista dal comma 3 dell’art. 475 c.p.c.
Come si fa ad azionare due volte lo stesso titolo esecutivo (sentenza)? 
Come si fa a precostituire, falsificandolo materialmente, un titolo esecutivo? 
Come si fa a rinviare sine die una udienza su una istanza di sospensiva?
Come fa uno studio legale a imporre al cliente un patto di quota lite e a pretendere compensi in misura doppia rispetto alle tariffe professionali vigenti ?
Come fa un legale ad appropriarsi per contanti di una erogazione spettante al cliente senza rilasciare alcuna fattura ?
Come si fa a ridurre al lastrico dei malcapitati se il titolo esecutivo giudiziale difetta dei requisiti fondamentali della certezza, dell'esigibilità ma soprattutto della liquidità
E in tutto questo che ci sta a fare la figura di direzione e di garanzia del giudice dell'esecuzione il cui ruolo -come sappiamo- consiste nel compimento diretto di atti esecutivi e nell’ordine, ad altri impartito, di compimento di atti esecutivi, nonché nel successivocontrollo della legittimità ed opportunità degli atti compiuti, con il conseguente esercizio del potere soppressivo e sostitutivo, contenuto nell’ambito e nei limiti segnati dalle norme di rito che disciplinano il processo esecutivo?

Annunciamo un approfondito dossier perchè esigiamo risposte a tali elementari domande e il ripristino immediato della legalità nel tribunale di Benevento nonchè la radiazione dall'albo degli avvocati truffatori e infedeli.
Altrove si assistono quanto meno a prese di posizione e segnali inequivoci dei Consigli dell'Ordine. 
Nella città tranquilla di Benevento tutto tace.
Il silenzio però è omertà e complicità.
Il malaffare della classe forense a Benevento sembra  avvalersi -presumibilmente- della complicità di chi amministra la ...giustizia!!!

Stiamo raccogliendo testimonianze da capogiro, che sinora provano  casi , cifre e modi agendi...inqualificabili, contrari ad ogni diritto codificato: lavoreremo ad un reportage anche se ciò che occorre è una denuncia penale URGENTE, almeno per quanto concerne la stupefacente e ai limiti dell'inverosimile vicenda riassunta nei punti salienti al seguente link:https://www.scribd.com/doc/253661668/Titoli-Esecutivi-Ed-Esecuzione-Studi-Legali-e-Tribunale-Di-Benevento !
Una vicenda tristemente esemplare se solo si voglia considerare la sua durata: UNDICI anni di procedimenti (sic!) ed ancora non volge al termine.
Al di là delle eclatanti e incredibili illegalità...vuole tenersi conto almeno che la garanzia della “ragionevole durata del giusto processo”, enunciata dall’art. 111 della nostra Costituzione, è stata postulata fin dalla Convenzione Europea del 1950 come una componente primaria del diritto al processo, uno dei diritti inviolabili dell’uomo ? 

Chi vuole darci una mano si faccia avanti, grazie.

Rosanna Carpentieri
In nome e per conto dell' Osservatorio sulla malagiustizia beneventana
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

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