lunedì 3 giugno 2013

Quanti sanno che la BCE elargisce un tasso di interesse agevolato ma solo l'Italia in tutta l'Europa non ha una banca pubblica per usufruirne ?

In Italia è stato privatizzato tutto ma la cosa più grave è che i signori artefici delle privatizzazioni e dello strangolamento del debito pubblico IGNORANO O FANNO FINTA DI IGNORARE , SOTTACENDOLE AI CITTADINI ITALIANI, molte cose che sarebbero possibili in Italia.
In questo, neppure il Pacco Quotidiano, neppure il Grillo nazionale con tutti i grillisti al seguito (deputati e sedicenti attivisti) si distinguono; di qui l'impellenza di informarsi da sè e di studiare da sè.
Qualcuno conosce l'articolo 104 comma 2 del Trattato di Maastricht  del 7 febbraio 1992 (annus horribilis) ?
Nessuno lo sa e chi lo sa o lo dovrebbe sapere non lo dice e/o non lo direbbe mai !
Non occorrono giuristi di Alessandria d'Egitto o eruditi bizantini, nè tecnici o professori in evidente malafede per far conoscere, studiare e divulgare questa norma che così recita:
Articolo 104 1. È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate “Banche centrali nazionali”), a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali. 
2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell'offerta di liquidità da parte delle Banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla BCE lo stesso trattamento degli enti creditizi privati. 

Emergono a prima vista due cose:
1. la previsione accanto alla BCE delle “Banche centrali nazionali” ;
2. il privilegio virtuoso delle Banche centrali nazionali e degli Enti creditizi di proprietà pubblica, nel concedere scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia.

L'Italia ha una BANCA CENTRALE NAZIONALE DI PROPRIETA' PUBBLICA ? 
E' questo il punto !
E la risposta e l'anomalia è lampante: soltanto l'Italia non ha una banca pubblica per usufruire del tasso di interesse elargito dalla BCE (ente privato sovranazionale, espressione del totalitarismo della grande finanza.).
La Cassa Depositi e Prestiti è stata trasformata in una s.p.a. ed essa era in Italia l'ultimo baluardo pubblico in materia creditizia.
Ma procediamo con ordine.
A quanto ammonta il tasso di interesse della BCE ? Allo 0,50%.
Ergo, una banca pubblica italiana potrebbe prendere danaro in prestito dalla BCE ed al tasso dello 0,50% . Questa banca pubblica lo potrebbe utilizzare per finanziare gli investimenti sociali e le imprese dei cittadini, le quali non dovrebbero più fare ricorso al tasso GIUGULATORIO dei mercati e allo strozzinaggio del famigerato SPREAD.
Ciò ci consentirebbe di avere euro esattamente alle stesse condizioni con cui viene regalato alle banche private.
E invece, malgrado questa norma europea, noi Italiani continuiamo a farci strangolare da circa 90 miliardi di euro all'anno solo per pagare gli interessi sul debito, operazione attraverso la quale siamo stati e siamo quotidianamente stritolati.
Gli esperti tacciono o, nella migliore delle ipotesi, fanno la faccia di ebeti di chi non ha capito nulla.
E si capisce il perchè: questi signori o non sanno quasi niente o sono in malafede : se lo sapessero non lo direbbero in quanto la gran parte di questi signori sono pagati dalle banche e le banche sono tutte private e non gradiscono che queste cose vengano dette (ovviamente).
Perchè in Italia non c'è più un solo istituto di credito pubblico che potrebbe fare ricorso alla normativa comunitaria e , precisamente all'art. 104 secondo comma del Trattato di Maastricht ?
Perchè tutto è stato privatizzato ?
L'ultimo baluardo pubblico era rappresentato dalla Cassa Depositi e Prestiti (partecipata per il 70% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dal 30% da banche ) ma essa è stata trasformata nel 2003 in una società per azioni , perdendo così del tutto la sua connotazione formale e sostanziale di ente pubblico sotto l'egida dello Stato.Fino ad allora era un istituto che, come in altri Paesi, attingeva ai risparmi dei cittadini depositati alle Poste (in Italia, oggi, circa 230 miliardi di euro) per concedere agli enti locali prestiti a tassi agevolati che consentissero investimenti di pubblica utilità (per “far crescere l’Italia”, come recita il suo slogan).
Ora la sua missione è di una vaghezza straordinaria, è investire in “società di interesse nazionale in equilibrio economico e finanziario e con prospettive reddituali e di sviluppo”.
Con l'aggravante macroscopica di una situazione tale in cui dei privati investono i soldi della collettività senza che quest’ultima possa decidere o controllare dove tale denaro va a finire. 
Ed infatti molto spesso esso va a finire in speculazioni private che non solo non apportano alcun beneficio ai cittadini “prestatori”, ma anzi spesso arrecano loro danni in termini di privazione di servizi che dovrebbero essere pubblici e beni che dovrebbero essere comuni.
Insomma , una società privata tout court che investe senza controlli denaro pubblico, per perseguire interessi privati (al minimo il profitto e gli utili degli azionisti delle banche private) e che naturalmente per il finanziamento degli enti locali NON applica come prima il tasso agevolato, sostituito dall'usuraio TASSO DI MERCATO !
Beni e servizi, diritti fondamentali che lo Stato dovrebbe garantire ogni giorno alle persone come quello alla casa, ai servizi pubblici, all'acqua, ai beni comuni su cui si la popolazione si è espressa inquivocabilmente nel 2011 con un referendum, sono espropriati al popolo e in balia delle speculazioni finanziarie e delle privatizzazioni.
Tutto questo, come già detto in questo nostro post, deve finire, con la ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti (con oltre 300 miliardi di attività, 235 dei quali frutto del risparmio postale di cittadini e lavoratori, di ben  12 milioni di famiglie che altro non vedono se non l’espropriazione delle proprie risorse in termini di beni e servizi pubblici), in un programma più ampio di una nuova finanza pubblica che implichi il rifiuto del debito illegittimo, trappola costruita dai diktat delle lobby monetariste italiane ed europee e la socializzazione del credito, ribaltando la prospettiva di un paese come l’Italia che è passato da un controllo pubblico sul sistema bancario pari al 74% nel 1992 all’attuale zero per cento. 

Quello che vogliamo sottolineare a lettere cubitali è che nel panorama europeo l'Italia rappresenta una anomalia.
Solo l’Italia non ha una banca pubblica per usufruire del tasso di interesse agevolato dello 0,50%  elargito dalla BCE  di cui all'art.104 comma 2 del Trattato di Maastricht (sorprendente, vero ?). 
La Germania ce l’ha e la Francia pure.
La Germania ha  una banca “nazionale” interna (che opera parallelamente alla Bundesbank) che finanzia la sua economia e si chiama Kreditanstalt fuer Wiederaufbau (KfW), oggi ribattezzata KfW Bankengruppe.
La KfW è nata nell’immediato dopoguerra, definendosi una “banca della ricostruzione”, col compito di amministrare i fondi del piano Marshall. Essa è posseduta all’80% della Repubblica federale e al 20% dai Lander (ossia i 16 stati federati della Germania, sempre soggetti pubblici) e svolge molti compiti di finanziamento del settore pubblico e finanziando le piccole-medie imprese .
La Francia ha la Banca Pubblica per gli Investimenti (BPI) disegnata appunto sul modello della Kfw tedesca, terzo istituto di credito in Germania, controllato per quattro quinti dal Governo centrale e per un quinto dai Laender tedeschi. 

Anche se, ad onor del vero, avere una banca centrale pubblica, NON significa avere una moneta sovrana...è comunque una vera vergogna che non si sia pensato a ciò che il Trattato europeo può offrire  e si continui così.

Una ultima notazione: faranno le barricate in Parlamento i grillini per riportare la Cassa Depositi e Prestiti fuori dalle acque infestate dagli squali dell'alta finanza sionista?
Ne dubitiamo....forse faranno le barricate per i matrimoni e le adozioni gay, che tanto interessano alla massoneria per ridurre la natività in occidente.
La coordinatrice
Rosanna Carpentieri

Si legga anche:
L'imprenditrice sovranista Francesca Salvador
Francesca (presidente dell’associazione culturale Salus Bellatrix))se ne sta là, appollaiata sul trespolo sfigato di Servizio Pubblico, diventando una sorpresa bella e vera dell’evento televisivo dell’anno. Francesca di cognome fa Salvador, vive e lavora a Vittorio Veneto, provincia di Treviso. In quella che un tempo era la parte più ricca e produttiva del paese.  Se ne sta lì, in attesa, mentre Santoro e Berlusconi giocano ad intrecciare i rispettivi cateteri lunghi una trentina d’anni di pantomima collettiva e milionaria; Travaglio fa il Travaglio. Berlusconi il Berlusconi. Le due Santoro’s Angel giocano a fare le giornaliste all’americana, confermando  quanto sia rara la coscienza di sé in una donna che si crede intelligente.
Mi si perdoni la battuta maschilista, ma serve ad introdurre Francesca. L’imprenditrice veneta che, dopo un’ora e quaranta da spettatrice di un grottesco processo del Lunedì applicato alla politica, viene chiamata in causa: per il Biscardi in questione il suo intervento dovrebbe infastidire Berlusconi. Sì, lo spiazza. Ma in verità infastidisce tutto e tutti, gettando ospiti, spettatori e ascoltatori sul cemento duro della responsabilità. E Francesca dice una cosa santa, bella, enorme, magnifica: “E’ una questione di volontà politica”. Volontà politica. Per cosa? Per tornare liberi. Padroni a casa nostra. Padroni della nostra moneta. Per strapparla ai banchieri privati che oggi strozzano e, letteralmente, uccidono la nostra economia.
Francesca è tranquilla e brava. Non si perde in fregnacce su Germania e Merkel. Va al cuore del problema. “Signor Berlusconi, lei sapeva che Mario Monti era un uomo della Trilateral e della Goldman Sachs”. Sì, l’uomo dell’amministrazione controllata dell’azienda Italia. Berlusconi trasecola, ma si agitano un po’ tutti. Anche a casa. Fa male sentirsi dare degli schiavi. La risposta, ovviamente, è la canonica: la Bce deve diventare banche garante. Francesca non si scompone, sorride: ha capito che senza una chiara volontà politica il banchiere non rinuncerà al controllo sistematico sull’economia italiana. Continuerà a privarla di liquidità, le farà licenziare i suoi collaboratori, la obbligherà a chiedere un prestito per pagare l’Imu su casa e capannoni. Fino a quando non sarà costretta a perdere tutto.
Francesca questo non lo vuole. Vuole altro. Se ne frega dell’Euro, della libertà e della pace che l’Ue garantirebbe dal dopoguerra ad oggi: la sviolinata liberale del Cav e Santoro non la tocca. Lei ha coscienza di sé, sa chi è il suo nemico. Fuori dall’Euro. Ora. Sovranità monetaria. Ora. Immissione di liquidità a sostegno del lavoro e delle nuove generazioni. Ora. Non è più tempo di cateteri. E’ tempo di politica. Noi stiamo con Francesca Salvador. La sorpresa più bella e vera della trasmissione dell’anno.





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